Gliese581g: Il Pianeta che Non C’è – Gliese 581g: May Be Merely an Illusion

Gliese581g: Il Pianeta che Forse Non C'è Mai Stato - Gliese 581g: May Be Merely an Illusion

Colpo di scena all’interno della ricerca di esopianeti: Gliese 581g e d sarebbero stati un “falso positivo”, ovvero i ricercatori sarebbero stati tratti in inganno da attività stellare nei pressi della stella Gliese 581, una nana rossa attorno alla quale orbita il sistema planetario. La notizia piomba come un fulmine a ciel sereno proprio su quello che è stato indicato fin dal 2010 come il pianeta extrasolare con le maggiori caratteristiche simili alla Terra atte ad ospitare la vita. Capita, gli scienziati sono uomini e la scienza è fatta di analisi e contro-analisi, ma quello che subito mi sono chiesta è se allora tutto il catalogo fino ad ora stilato con tutti gli esopianeti scoperti fosse da rifare o perlomeno da controllare. Così ho girato la domanda al prof. Abel Méndez dell’Università di Porto Rico, ad Arecibo, responsabile del Planetary Habitability Laboratory, che ringrazio nuovamente, il quale subito mi ha gentilmente risposto su Twitter confermando la notizia e indicandomi la possibilità, che sì, potrebbe il fatto interessare certamente non tutti, ma alcuni altri pianeti. Questo a mio avviso non sposta di una sola virgola l’importanza del lavoro fatto fino ad ora e la certezza che di pianeti oltre il nostro sistema solare ne esistono in numero spropositato, così come tra l’altro evidenzia anche il ricercatore autore dello studio in questione. Siamo solo all’inizio di questo tipo di ricerca ancora fortemente influenzata dai limiti delle attuali strumentazioni le quali permettono l’individuazione di eventuali pianeti con modalità indiretta. In ogni caso i parametri che avrebbero tratto in inganno le precedenti osservazioni aiuteranno sensibilmente le nuove e future analisi sull’enorme mole di dati in possesso degli stessi ricercatori. Per quanto mi riguarda non mancherò di riportare ogni notizia su questa importantissima fase della ricerca di altri pianeti simili alla Terra e alla ricerca di altra vita nello spazio.
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Nel 2010, gli astronomi sono entrati in fibrillazione grazie alla scoperta di Gliese 581g, un pianeta lontano simile alla Terra che orbitava intorno alla sua stella abbastanza da vicino da consentire la presenza di acqua sulla sua superficie, e forse la vita. Ma l’esistenza del pianeta è stata quasi immediatamente messa in discussione da alcuni ricercatori che non sono stati in grado di individuarlo. Ora, un team della Penn State sta dicendo che Gliese 581g e un presunto pianeta vicino, Gliese 581d, erano semplicemente illusioni causate dalla stella attorno alla quale si supponeva orbitassero.

Misurando gli atomi di idrogeno nell’atmosfera di quella stella (Gliese 581), i ricercatori hanno scoperto che i segnali originariamente pensati provenire da pianeti erano in realtà falsi positivi causati da una intensa attività magnetica stellare, come le macchie solari. Tale attività a volte può stimolare l’emissione di idrogeno. Ma non tutto è perduto, ha detto l’autore principale dello studio, Paul Robertson, un astronomo della Penn State. La correzione dell’attività magnetica ha anche aumentato i segnali di altri pianeti a lungo pensati in orbita attorno a Gliese 581.

In 2010, astronomers were stirred by the discovery of Gliese 581g, a distant Earthlike planet that orbited its star just closely enough to allow for surface water, and possibly life. But the planet’s existence was almost immediately called into question, with some researchers unable to locate it. Now, a team at Penn State is saying that Gliese 581g and a presumed neighbor planet, Gliese 581d, were simply illusions caused by the star they supposedly orbited.

By measuring hydrogen atoms in the atmosphere of that star (Gliese 581), the researchers found that signals originally thought to be coming from planets were actually false positives caused by intense stellar magnetic activity, like sunspots. Such activity can sometimes stimulate the emission of hydrogen. But all is not lost, said the study’s lead author, Paul Robertson, an astronomer at Penn State. Correcting for the magnetic activity also increased the signals for other planets long thought to orbit Gliese 581.

Source/Continue reading → www.nytimes.com – www.sciencemag.org

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