ESO: osservata la prima luce emessa da una sorgente di onde gravitazionali – ESO Telescopes Observe First Light from Gravitational Wave Source

ESO: osservata la prima luce emessa da una sorgente di onde gravitazionali - ESO Telescopes Observe First Light from Gravitational Wave Source
Rappresentazione artistica della fusione di stelle di neutroni – Artist’s impression of merging neutron stars
Crediti: ESO/L. Calçada/M. Kornmesser

La fusione di due stelle di neutroni sparge oro e platino nello spazio – La compagine di telescopi dell’ESO in Cile ha rivelato la prima controparte visibile di una sorgente di onde gravitazionali. Queste storiche osservazioni suggeriscono che questo oggetto, l’unico per ora, sia il risultato della fusione di due stelle di neutroni. Le conseguenze catastrofiche dell’incontro, o meglio scontro – previsto da tempo e chiamato chilonova – hanno diffuso elementi pesanti come oro e platino nell’Universo. Questa scoperta, pubblicata in diversi articoli su Nature e altre riviste, fornisce inoltre la più solida evidenza finora che i lampi di luce gamma corti siano causati dalla fusione di stelle di neutroni.

Per la prima volta in assoluto, gli astronomi hanno osservato sia le onde gravitazionali che la luce (radiazione elettromagnetica) dallo stesso evento, grazie a uno sforzo di collaborazione globale e alla reazione rapida delle strutture dell’ESO e di altri gruppi in tutto il mondo. Il 17 agosto 2017, l’osservatorio LIGO (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory) dell’NSF negli Stati Uniti d’America, insieme con l’Interferometro Virgo in Italia, hanno rilevato onde gravitazionali che hanno raggiunto la Terra. Questo, il quinto evento gravitazionale osservato, è stato chiamato GW170817. Circa due secondi più tardi, due osservatori spaziali, Fermi (il Fermi Gamma-ray Space Telescope) della NASA e INTEGRAL (INTErnational Gamma Ray Astrophysics Laboratory) dell’ESA, hanno rilevato un lampo di luce gamma corto dalla stessa area del cielo. La rete di osservatori LIGO-Virgo aveva circoscritto la posizione della sorgente all’interno di in un’ampia regione del cielo australe, della dimensione di parecchie centinaia di volte la dimensione della Luna piena, che contiene milioni di stelle [1]. Appena scesa la notte in Cile, molti telescopi sono stati diretti verso questa zona di cielo, alla ricerca di un nuovo punto luminoso. Tra questi: VISTA (Visible and Infrared Survey Telescope for Astronomy) e VST (VLT Survey Telescope) dell’ESO all’Osservatorio del Paranal, il telescopio italiano REM (Rapid Eye Mount) installato all’Osservatorio di La Silla dell’ESO, il telescopio LCO da 0,4 metri di diametro all’Osservatorio di Las Cumbres, l’americano DECcam all’Osservatorio Interamericano di Cerro Tololo. Il telescopio Swope da 1 metro di diametro è stato il primo ad annunciare una nuova sorgente di luce, molto vicina alla galassia NGC 4993, una galassia lenticolare nella costellazione dell’Idra, mentre quasi nello stesso momento le osservazioni di VISTA identificavano la stessa sorgente a lunghezze d’onda infrarosse. Mentre la notte scendeva sempre più a ovest sul globo, i telescopi delle Hawaii Pan-STARSS e Subaru si rivolgevano verso la sorgente per per vederla evolvere rapidamente. “Ci sono rare occasioni in cui uno scienziato ha la possibilità di assistere all’inizio di una nuova era”, ha commentato Elena Pian, astronoma all’INAF, Italia, e prima autrice di uno degli articoli pubblicati da Nature. “E questo è uno di quei momenti!”

Fonte/Leggi tutto → ESO.org

Merging neutron stars scatter gold and platinum into space.

ESO’s fleet of telescopes in Chile have detected the first visible counterpart to a gravitational wave source. These historic observations suggest that this unique object is the result of the merger of two neutron stars. The cataclysmic aftermaths of this kind of merger — long-predicted events called kilonovae — disperse heavy elements such as gold and platinum throughout the Universe. This discovery, published in several papers in the journal Nature and elsewhere, also provides the strongest evidence yet that short-duration gamma-ray bursts are caused by mergers of neutron stars.

For the first time ever, astronomers have observed both gravitational waves and light (electromagnetic radiation) from the same event, thanks to a global collaborative effort and the quick reactions of both ESO’s facilities and others around the world. On 17 August 2017 the NSF’s Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory (LIGO) in the United States, working with the Virgo Interferometer in Italy, detected gravitational waves passing the Earth. This event, the fifth ever detected, was named GW170817. About two seconds later, two space observatories, NASA’s Fermi Gamma-ray Space Telescope and ESA’s INTErnational Gamma Ray Astrophysics Laboratory (INTEGRAL), detected a short gamma-ray burst from the same area of the sky. The LIGO–Virgo observatory network positioned the source within a large region of the southern sky, the size of several hundred full Moons and containing millions of stars [1]. As night fell in Chile many telescopes peered at this patch of sky, searching for new sources. These included ESO’s Visible and Infrared Survey Telescope for Astronomy (VISTA) and VLT Survey Telescope (VST) at the Paranal Observatory, the Italian Rapid Eye Mount (REM) telescope at ESO’s La Silla Observatory, the LCO 0.4-meter telescope at Las Cumbres Observatory, and the American DECam at Cerro Tololo Inter-American Observatory. The Swope 1-metre telescope was the first to announce a new point of light. It appeared very close to NGC 4993, a lenticular galaxy in the constellation of Hydra, and VISTA observations pinpointed this source at infrared wavelengths almost at the same time. As night marched west across the globe, the Hawaiian island telescopes Pan-STARRS and Subaru also picked it up and watched it evolve rapidly. “There are rare occasions when a scientist has the chance to witness a new era at its beginning,” said Elena Pian, astronomer with INAF, Italy, and lead author of one of the Nature papers. “This is one such time!”

Source/Continue reading → ESO.org

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