L’Universo è un Ologramma? – Is the Universe a Hologram?

L'Universo è un Ologramma? - Is the Universe a Hologram?
Credit: Vienna University of Technology

E se l’universo fosse un ologramma? Per descrivere l’universo potrebbero bastare anche meno dimensioni di quante avremmo mai potuto pensare, e non si tratta di una freddura da matematici: nuovi calcoli dimostrano che si tratta di caratteristiche fondamentali dello spazio stesso.

Lunghezza, larghezza, altezza. A prima vista non sembrano poterci essere dubbi: la realtà che abitiamo è tridimensionale. Eppure una delle teorie più chiacchierate in fisica negli ultimi anni sembra mettere in discussione anche questo assunto consolidato. Il cosiddetto principio olografico afferma che una descrizione matematica dell’universo potrebbe tranquillamente fare a meno di una delle dimensioni previste. Quello che noi percepiamo come tridimensionale potrebbe essere nient’altro che un trucco: un ologramma 3D su un enorme orizzonte cosmico 2D. E se fino a ieri idee del genere erano considerate quantomeno esotiche, diventano credibili oggi grazie ai risultati ottenuti dagli scienziati della Vienna University of Technology (TU Wien): il principio olografico vale anche in uno spazio-tempo piatto. Tutti conosciamo gli ologrammi delle banconote o delle carte di credito. Sono oggetti bidimensionali, che pur tuttavia si presentano ai nostri occhi con le caratteristiche della tridimensionalità. L’universo che abitiamo potrebbe comportarsi in maniera non dissimile dagli ologrammi: il team di ricerca di Daniel Grumiller, della TU Wien, ha lavorato a questa idea per tre anni consecutivi collaborando con le università di Edimburgo, Harvard, IISER Pune, Kyoto e il MIT. I risultati sono appena stati pubblicati sulla rivista Physical Review Letters e confermano la validità del principio di corrispondenza in un universo piatto. «Se la gravità quantistica in un universo piatto ci consente di avere una descrizione olografica a partire dalla teoria quantistica standard, allora ci devono essere grandezze fisiche calcolabili in entrambe le teorie, e i risultati devono combaciare», spiega Grumiller. Ed è soprattutto una caratteristica fondamentale della meccanica quantistica – l’entanglement – a dover apparire nella teoria gravitazionale.

Fonte/Leggi tutto → Media.Inaf.it

Describing the universe requires fewer dimensions than we might think. New calculations show that this may not just be a mathematical trick, but a fundamental feature of space itself.

At first glance, there is not the slightest doubt: to us, the universe looks three dimensional. But one of the most fruitful theories of theoretical physics in the last two decades is challenging this assumption. The “holographic principle” asserts that a mathematical description of the universe actually requires one fewer dimension than it seems. What we perceive as three dimensional may just be the image of two dimensional processes on a huge cosmic horizon.
Up until now, this principle has only been studied in exotic spaces with negative curvature. This is interesting from a theoretical point of view, but such spaces are quite different from the space in our own universe. Results obtained by scientists at TU Wien (Vienna) now suggest that the holographic principle even holds in a flat spacetime.

Source/Continue reading → Phys.org

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