NASA, Marte: Nel 2011 Evidenze della Presenza di Acqua – Aug. 5, 2011, Warm-Season Flows on Slope in Newton Crater

NASA, Marte: Nel 2011 Evidenze della Presenza di Acqua - Aug. 5, 2011, Warm-Season Flows on Slope in Newton Crater
Warm-Season Flows on Slope in Newton Crater – Credit: NASA
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Il 5 Agosto del 2011 la Nasa pubblicò i risultati delle evidenze relative a quella che allora era la possibile interpretazione della presenza di acqua su Marte, ora confermata nella conferenza di ieri, annunciata poco prima. Questa serie di immagini montate in sequenza mostrano lo scorrere di acqua salata ottenute dalla sonda Mars Reconnaissance Orbiter attraverso la telecamera ad alta risoluzione “High Resolution Imaging Science Experiment” (HiRISE). Le immagini si riferiscono al cratere Newton e lo studio è stato reso noto il 5 agosto del 2011 dalla rivista Science.

La sequenza in serie parte dalla primavera di un anno su Marte fino a metà estate dell’anno successivo. Le immagini sono state adeguate per correggere quelle riprese da angolazioni oblique e mostrare come la scena apparirebbe se guardassimo dall’alto. Le caratteristiche che si estendono lungo il pendio durante le stagioni calde sono chiamate linee in pendenza ricorrenti. Esse sono piuttosto strette (la metà di cinque yard o metri di larghezza), le marcature relativamente scure si estendono su pendii (da 25 a 40 gradi) in diverse località poste a sud. Le immagini in sequenza di HiRISE mostrano le caratteristiche che appaiono e che si incrementano durante le stagioni calde, per diminuire durante le stagioni fredde. Si estendono da affioramenti granitici, spesso associati a piccoli canali, e solo un centinaio di loro  si sono osservati in altri luoghi. Essi appaiono e si allungano in primavera e durante l’estate prevalentemente a sud, a latitudini che vanno da 48 gradi a 32 gradi. In questi precisi periodi e luoghi si hanno temperature superficiali di picco di circa 10 gradi sotto zero Fahrenheit a 80 gradi sopra lo zero Fahrenheit (circa 250 a 300 Kelvin). Brina liquida vicino alla superficie può spiegare questa attività, ma l’esatto meccanismo e la fonte dell’acqua non sono compresi. La serie è montata con un tempo di stop di due secondi sul primo e l’ultimo fotogramma e di un secondo sui fotogrammi intermedi, anche se la rete o le prestazioni del computer possono causare delle variazioni.

This series of images shows warm-season features that might be evidence of salty liquid water active on Mars today. Evidence for that possible interpretation is presented in a report by McEwen et al. in the Aug. 5, 2011, edition of Science. These images come from observations of Newton crater, at 41.6 degrees south latitude, 202.3 degrees east longitude, by the High Resolution Imaging Science Experiment (HiRISE) camera on NASA’s Mars Reconnaissance Orbiter.

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NASA Conferma: C’è Acqua Liquida Salata su Marte! – Mars Has Salty Flowing Water!

NASA Conferma: C'è Acqua Liquida Salata su Marte! - Mars Has Salty Flowing Water!
Credit: NASA

C’è acqua liquida su Marte! A comunicarlo ufficialmente è la Nasa grazie al satellite Mro (Mars Reconnaissance Orbiter). C’è acqua liquida su Marte ed è salata: ora c’è la conferma sull’importante prova che apre alla possibilità che su Marte possa esserci stata, o ci possa essere tutt’ora, la vita. Ed è questa la notizia.

Le osservazioni di questo fluire stagionale di liquido salmastro sono relativamente recenti ma l’esatta natura di questa particolarità del suolo marziano è rimasta un mistero. Gli scienziati sono propensi a pensare alla presenza di brina, già osservata, la quale sciogliendo gli idratati durante la stagione più mite crea questi flussi visibili in questi piccoli e scuri canali. Serviranno ulteriori studi sulla composizione per arrivare a conoscerne l’esatta origine. Ma la notizia è focalizzata su un altro punto: come terrestri abbiamo solo un parametro fisso per cercare vita oltre la Terra e questo è rappresentato dall’acqua. La vita, abbiamo imparato, può svilupparsi in ambienti estremi, addirittura in assenza di luce, ma non dove manca l’acqua. Dove c’è acqua potrebbe esserci vita e Marte non è il pianeta arido che si credeva.

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Credit: NASA

Salty Water Flows on Mars Today, Boosting Odds for Life – Liquid water flows on Mars today, boosting the odds that life could exist on the Red Planet, a new study suggests.

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NASA: Marte, Annuncio di Un Mistero Risolto – NASA to Announce Mars Mystery Solved

Marte - Mars
Credits: NASA/Greg Shirah

La NASA ha da poco comunicato che nel corso di una conferenza prevista per lunedi 28 settembre 2015, che si terrà nel quartiere generale dell’agenzia spaziale a Washington, rivelerà i dettagli di una scoperta di primaria importanza che riguarda l’attuale missione esplorativa su Marte.

L’evento potrà essere seguito in diretta tramite il servizio offerto da Nasa Television operativo su questa pagina. L’annuncio prevede la presenza di diversi scienziati impegnati nella missione e sarà possibile per i giornalisti porre domande anche telefonicamente. Il pubblico potrà altresì intervenire con quesiti mirati su Twitter usando l’hashtag #AskNASA. Appuntamento quindi fissato per lunedi, a partire dalle 17:30 ora italiana.

Non siamo nuovi agli annunci della Nasa e alle aspettative che innescano nell’immaginario collettivo. Si parla di scoperta risolutiva, di primaria importanza, inutile dire che il pubblico si sta già esprimendo nella speranza possa trattarsi di prove di vita presente o passata sul pianeta rosso. Sarebbe epocale, ma forse sulla stessa strada potrebbe trattarsi di indizi comunque importanti, forse relativi alla presenza di acqua liquida sulla superficie o nel sottosuolo. Voi, cosa pensate si possa trattare? A pochissimo dall’uscita nelle sale cinematografiche dell’atteso film “The Martian”, Marte torna ad essere protagonista assoluto tra le numerose missioni spaziali in atto.
Restate sintonizzati, news in arrivo!
DENEB Official ©

NASA will detail a major science finding from the agency’s ongoing exploration of Mars during a news briefing at 11:30 a.m. EDT on Monday, Sept. 28 at the James Webb Auditorium at NASA Headquarters in Washington.

The event will be broadcast live on NASA Television and the agency’s website. A brief question-and-answer session will take place during the event with reporters on site and by phone. Members of the public also can ask questions during the briefing using #AskNASA.

Source/Continue reading → NASA.gov

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#ISS – Scott Kelly: Chiaro di Luna sull’Italia vista dallo Spazio – Moonlight over Italy

#ISS - Scott Kelly: Chiaro di Luna sull'Italia vista dallo Spazio - Moonlight over Italy
Credit: Scott Kelly / Nasa – Cliccare sulla foto per ingrandirla – Click on image to enlarge

Il passaggio della Stazione Spaziale Internazionale sull’Italia, un anello di nuvole e il riflesso della Luna. Il tutto su uno sfondo di stelle. Questo il riassunto del meraviglioso scatto fotografico effettuato poche ore fa da Scott Kelly, l’astronauta americano che sta vivendo la sua missione di un anno sulla ISS.

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Entanglement: Distanza Record di Teletrasporto Quantistico – Physicists break distance record for quantum teleportation

Quantum Entanglement
Quantum Entanglement – Credit: DENEB‬ Official © 

Ricercatori del National Institute of Standards and Technology (NIST) hanno “teletrasportato” o per meglio dire trasferito informazioni quantistiche, attraverso particelle di luce per oltre 100 km su una fibra ottica, superando il precedente record di quattro volte. L’esperimento conferma che la comunicazione quantistica è fattibile su lunghe distanze attraverso la fibra.

Altri gruppi di ricerca hanno teletrasportato informazioni quantistiche su lunghe distanze nello spazio libero, ma la capacità di farlo su linee a fibre ottiche convenzionali offre una maggiore flessibilità per la progettazione della rete. Da non confondere con la finzione del teletrasporto di persone reso famoso dal film Star Trek, il teletrasporto quantistico comporta il trasferimento o la ricostruzione a distanza, delle informazioni codificate in stati quantici della materia o di luce. Il teletrasporto è utile sia per le comunicazioni quantistiche che nella computazione quantistica, le quali offrono prospettive di nuove funzionalità come la crittografia infrangibile e un avanzato codice di rottura. Il metodo di base per il teletrasporto quantistico è stato proposto per la prima più di 20 anni fa ed è stato eseguito da un certo numero di gruppi di ricerca, tra cui uno alla NIST con atomi nel 2004. Il nuovo record, descritto in Optica, ha comportato il trasferimento di informazione quantistica contenuta in un fotone su fascia oraria specifica in sequenza ad un altro fotone trasmessa per 102 km di fibra su bobina in un laboratorio NIST in Colorado.

Researchers at the National Institute of Standards and Technology (NIST) have “teleported” or transferred quantum information carried in light particles over 100 kilometers (km) of optical fiber, four times farther than the previous record. The experiment confirmed that quantum communication is feasible over long distances in fiber.

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28 Settembre 2015: Eclissi Super Luna – Supermoon Lunar Eclipse September 27-28, 2015

28 Settembre 2015: Eclissi Super Luna -Supermoon Lunar Eclipse September 27-28, 2015

Cari amici si sta avvicinando una data importante per un evento astronomico che non si verifica così di sovente: l’eclissi totale della super-luna!

Significa che sarà prima di tutto luna piena e che l’eclissi si verificherà durante il perigeo, ovvero nel momento in cui la luna orbiterà intorno alla Terra alla distanza minima, visto che la sua orbita intorno alla Terra non è circolare ma ellittica, e per questo motivo sarà quindi più vicina apparendo un po’ più grande del solito, di circa il 14% nel diametro e più luminosa di circa il 30%. In più, durante l’eclissi, quando entrerà nell’ombra della Terra, la vedremo tingersi di rosso grazie al filtro naturale dell’atmosfera terrestre. Uno spettacolo a cui tutti possono assistere nelle primissime ore della mattina del 28 settembre 2015. Questo “allineamento” naturale di fattori si è verificato nel 1910, 1928, 1946, 1964, l’ultima volta nel 1982 e si riproporrà poi nel 2033. Vale la pena puntare la sveglia e non perdersi questa rara meraviglia!

L’evento vero e proprio dell’eclissi durerà poco più di un’ora tra le 04:11 e le 05:23 italiane, anche se la sequenza nella sua totalità occuperà il cielo dalle 2 alle 7 di mattina circa. Buona osservazione!

★★★ In caso di brutto tempo segui qui la diretta streaming:

★★★ Total Lunar Eclipse — Live!

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Semi Interstellari Potrebbero Creare Oasi di Vita – Interstellar Seeds Could Create Oases of Life

Semi Interstellari Potrebbero Creare Oasi di Vita - Interstellar Seeds Could Create Oases of Life

Abbiamo solo un esempio di pianeta con la vita: la Terra. Ma entro la prossima generazione dovrebbe diventare possibile rilevare segni di vita su pianeti in orbita attorno a stelle lontane. Se troviamo la vita aliena, sorgeranno nuove domande. Ad esempio, come ha fatto la vita a nascere spontaneamente? O potrebbe essersi diffusa da qualche altra parte? Se la vita ha attraversato l’abisso dello spazio interstellare molto tempo fa, come potremmo dirlo? Una nuova ricerca condotta da astrofisici di Harvard mostra che se la vita può viaggiare tra le stelle (un processo chiamato panspermia), potrebbe essersi diffusa in un modello caratteristico che potremmo potenzialmente identificare. “Nei nostri gruppi le teorie sulla formazione della vita crescono e si sovrappongono come bolle in una pentola di acqua bollente”, spiega l’autore Henry Lin dell’Harvard-Smithsonian Center per l’Astrofisica (CfA). Ci sono due modi di base per il diffondersi della vita al di là della sua stella ospite. Il primo attraverso processi naturali e gravitazionali come lo schianto di asteroidi o comete. La seconda modalità prevede l’intenzionalità per una forma di vita intelligente di viaggiare deliberatamente verso l’esterno. Lo studio non si occupa di come avviene la panspermia. Si chiede semplicemente: se si verifica, possiamo rilevarlo? In linea di principio, la risposta è sì.

Il modello assume che i semi di un pianeta vivente si diffondono verso l’esterno in tutte le direzioni. Se un seme raggiunge un pianeta abitabile che orbita intorno a una stella vicina, là può mettere radici. Nel corso del tempo il risultato di questo processo sarebbe una serie di oasi create da portatori di vita che punteggiano il paesaggio galattico. “La vita potrebbe diffondersi dalla stella ospite ad un’altra in un modello simile a quello dello scoppio di un’epidemia. In un certo senso, la Via Lattea potrebbe essere “infettata” con tasche di vita”, spiega il co-autore CfA Avi Loeb. Se rileviamo segni di vita nelle atmosfere di mondi alieni, il prossimo passo sarà quello di cercare un modello. Ad esempio, in un caso ideale in cui la terra è sul bordo di una “bolla” di vita, tutti i vicini mondi che troveremo ospitanti la vita saranno in una metà del cielo, mentre l’altra metà sarà sterile. Lin e Loeb avvertono che un modello di questo tipo sarà rilevabile solo se la vita si diffonde piuttosto rapidamente. Poiché le stelle nella Via Lattea sono alla deriva una rispetto all’altra, stelle che sono vicine ora non saranno più vicine nell’arco di pochi milioni di anni. In altre parole, la deriva stellare potrebbe imbrattare le bolle. Questa ricerca è stata accettata per la pubblicazione su The Astrophysical Journal Letters. Con sede a Cambridge, Mass., l’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA) è una collaborazione tra la Smithsonian Astrophysical Observatory e l’Harvard College Observatory. Scienziati CFA, organizzati in sei divisioni di ricerca, studiano l’origine, l’evoluzione e il destino ultimo dell’universo.

We only have one example of a planet with life: Earth. But within the next generation, it should become possible to detect signs of life on planets orbiting distant stars. If we find alien life, new questions will arise. For example, did that life arise spontaneously? Or could it have spread from elsewhere? If life crossed the vast gulf of interstellar space long ago, how would we tell? New research by Harvard astrophysicists shows that if life can travel between the stars (a process called panspermia), it would spread in a characteristic pattern that we could potentially identify. “In our theory clusters of life form, grow, and overlap like bubbles in a pot of boiling water,” says lead author Henry Lin of the Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA).

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Hubble: Un’Avventura Chiamata Scienza – An Adventure Called Science

Hubble: Un'Avventura Chiamata Scienza - An Adventure Called Science

Equipaggiato dei suoi cinque sensi, l’uomo esplora l’universo attorno a lui e chiama l’avventura Scienza.
Edwin Powell Hubble

Equipped with his five senses, man explores the universe around him and calls the adventure Science.
Edwin Powell Hubble

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Attività Solare: Aurore Estreme – Space Weather: Extreme Auroras

Extreme Auroras
Taken by Ole Salomonsen on September 11, 2015 @ Tromsø, NORWAY

Come anticipato poche ore fa, l’attività solare si è rivelata intensa tanto da regalare le luci danzanti di aurore davvero imponenti associate ad una tempesta solare geomagnetica di livello G3 su G5 della scala del NOAA. E’ uno degli spettacoli celesti più impressionanti e magici che la natura possa regalare. La foto credo possa restituire solo una minima parte dell’emozione di un essere umano nel trovarsi letteralmente immerso in una tale potenza e magnificenza!
Deneb

Ieri 11 settembre, la combinazione di un flusso di vento solare e di una espulsione di massa coronale (CME) ha impattato quasi simultaneamente il mantello magnetico terrestre. Il risultato è stata una forte tempesta solare geomagnetica di classe G3 che ha acceso le luci delle aurore intorno al Circolo Artico.

Un fotografo esperto nel riprendere le aurore, Ole Salomonsen, ha detto: “E’ stato uno degli spettacoli più belli dell’intera stagione, forse addirittura il migliore al quale abbia assistito da sempre.” Salomonsen ha scattato questo auto-ritratto tra l’aurora a Tromsø, in Norvegia. “Non ho potuto resistere alla tentazione di immortalare me stesso in quello scatto, tanto per mostrare in prospettiva la scala delle dimensioni”. “Sembra tutto sproporzionato, ma è tutto vero, l’aurora era davvero enorme!” Durante il picco della tempesta, l’aurora è stata visibile negli Stati Uniti, tanto a sud da essere vista anche a New York, nel Wisconsin e nello stato di Washington. Questa tempesta geomagnetica sta ormai sfumando, ma potrebbe riaccendersi nuovamente come la Terra passerà attraverso la scia della CME. Il NOAA ha stimato il 70% di possibilità per una nuova tempesta geomagnetica in queste e nelle prossime ore. Restate collegati per aggiornamenti!

Yesterday, Sept. 11th, a stream of solar wind and a minor CME hit Earth’s magnetic field almost simultaneously. The result was a strong (G3-class) geomagnetic storm that sparked bright lights around the Arctic Circle.

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Tempesta Geomagnetica – Geomagnetic Storm: Aurora!

Aurora by Paul Nelson
Taken by Paul Nelson on September 9, 2015 @ Marquette, Michigan, USA

Il Sole sarà anche in uno stato di quiete apparente, ma ciò non significa che non vi sia attività che possa interessare il cosiddetto “space weather”. In questi ultimi tre giorni i cieli del nord hanno danzato con le magiche luci dell’aurora. La splendida immagine qui sopra è stata scattata da Paul Nelson ieri 9 settembre 2015 a Marquette nel Michigan. Restate sintonizzati, il Sole sta in questo momento soffiando vento solare che potrebbe intercettare la Terra nel giro di un paio di giorni!

The sun may be quiet, but that does not mean there is no space weather. On the contrary, northern skies have been filled with auroras for the past three days. Paul Nelson sends this example from Marquette, Michigan, on Sept. 9th.

Source/Continue reading → SpaceWeather.com

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Panspermia – Comete: Vita sulla Terra e forse Ovunque nell’Universo – Comets: Life on Earth and perhaps elsewhere

Cometa - Comet

La teoria della panspermia non è certo una novità, anzi, sempre più ricerche e studi stanno portando nuove prove a supporto dell’idea che la vita sulla Terra sia stata agevolata dall’impatto di comete e/o asteroidi con la conseguenza oggettiva di pensare con cognizione di causa che ciò non sia affatto una prerogativa esclusiva della Terra, ma una prassi normale ovunque nell’Universo. Le comete giocano quindi un ruolo importantissimo nella distribuzione dei “semi” della vita.
DENEB Official ©

Comete che impattano sulla Terra sono sinonimo di grandi estinzioni, ma ora una ricerca presentata ad una conferenza di geochimica a Praga mostra in che modo le comete sarebbero diventate una forza trainante per l’innesco di una notevole sintesi di peptidi, i primi mattoni della vita. Questo studio può avere implicazioni per la genesi della vita su altri mondi.

Il Dr Haruna Sugahara, dell’Agenzia giapponese del dipartimento di Tecnologia e Scienza Marina Terrestre (JAMSTEC) di Yokohama, e il Dr Koichi Mimura, dell’Università di Nagoya, hanno eseguito una serie di esperimenti per simulare le condizioni degli impatti delle comete sulla Terra primordiale, al momento in cui la vita ha fatto la sua prima apparizione, circa 4 miliardi di anni fa. Hanno usato miscele congelate di aminoacidi, acqua ghiacciata e silicati (forsterite) in condizione criogenica (77 K), e utilizzato una pistola di propellente per simulare lo shock di una cometa. Dopo le analisi della miscela effettuate dopo l’impatto attraverso gascromatografia, hanno trovato che alcuni aminoacidi si erano uniti in brevi peptidi fino a 3 unità di lunghezza (tripeptidi). Sulla base dei dati sperimentali, i ricercatori sono stati in grado di stimare che la quantità di peptidi prodotti sarebbe circa la stessa di come si è pensato fosse il prodotto di processi terrestri normali (come temporali o da cicli di idratazione e disidratazione). Secondo quanto afferma Haruna Sugahara: “Il nostro esperimento ha dimostrato che le condizioni di freddo delle comete al momento degli impatti sono state fondamentali per questa sintesi, come il tipo di peptido formatosi in questo modo, hanno maggiori probabilità di evolvere in peptidi più lunghi. Questa scoperta indica nuovamente che gli impatti delle comete quasi certamente hanno svolto un ruolo importante nel garantire i semi della vita sulla Terra primordiale.

Con questi dati si è aperta anche la probabilità di vedere una simile evoluzione chimica in altri corpi extraterrestri, a cominciare da peptidi e derivati cometari.

All’interno del nostro sistema solare i satelliti ghiacciati di Giove e Saturno, Europa ed Encelado, è probabile abbiano subìto un bombardamento simile dalle comete. Infatti, la missione Stardust NASA ha mostrato la presenza di amminoacido glicina nelle comete. La produzione di brevi peptidi è il passo chiave nell’evoluzione chimica delle molecole complesse. Una volta che il processo si è così avviato, è necessaria quindi molta meno energia per creare peptidi a catena più lunga in un ambiente come quello acquatico terrestre. Gli impatti delle comete sono tradizionalmente associati all’estinzione di massa sulla Terra, ma questo studio dimostra che prima di tutto hanno probabilmente aiutato a far ripartire l’intero processo della vita”.

Comet impact on Earth are synonymous with great extinctions, but now research presented at the Goldschmidt geochemistry conference in Prague shows that early comet impact would have become a driving force to cause substantial synthesis of peptides – the first building blocks of life.

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