NASA’s Voyager – Credit: NASA/JPL-Caltech
Matematici scozzesi hanno calcolato che sonde aliene “auto-replicanti” potrebbero avere già esplorato il nostro sistema solare e che potrebbero non essere state rilevate dalla nostra tecnologia. I dottori Arwen Nicholson e Duncan H. Forgan dell’Università di Edimburgo avevano precedentemente calcolato che se una sonda delle dimensioni della nostra Voyager passando per la galassia prendesse velocità utilizzando le fionde gravitazionali attorno alle stelle, potrebbero viaggiare 100 volte più veloci rispetto alla stessa Voyager.
La tecnica della “fionda gravitazionale” utilizza il campo gravitazionale di stelle o pianeti come trampolino per aumentare velocità. Le sonde Voyager 1 e 2 sono state lanciate dalla NASA nel 1977 ed hanno effettuato manovre utilizzando questa accelerazione della fionda gravitazionale intorno ai pianeti vicino ai quali sono passate, prendendo velocità, e Nicholson e Forgan hanno quindi calcolato che le sonde interstellari potrebbero utilizzare la stessa tecnica anche intorno alle stelle. I nuovi calcoli, riportati nel Journal of Astrobiology di questa settimana, hanno ampliato il precedente lavoro, utilizzando sonde “auto-replicanti” nei modelli utilizzati al computer per vedere come l’auto-replicazione pregiudicherebbe la scala cronologica. Le sonde robotiche potrebbero esplorare la nostra galassia ed auto-replicarsi da polveri interstellari e gas, dopo di che la sonda madre e la sonda figlia partirebbero ciascuna per una stella diversa, dove potrebbero cercare segni di vita nello spazio, per poi auto-replicarsi di nuovo. Le sonde si disperderebbero quindi radialmente attraverso lo spazio.
Mathematicians in Scotland calculate that “self-replicating” alien probes could already have explored our solar system and may still be here but undetectable to our current technologies. Drs Arwen Nicholson and Duncan H. Forgan from the University of Edinburgh had previously calculated that if a Voyager-sized probe passing through the galaxy picked up speed using slingshots around stars it could travel 100 times faster than otherwise.
The slingshot technique uses the gravitational field of stars or planets to “slingshot” a craft and boost its speed. The Voyager 1and 2 probes launched by NASA in 1977 used slingshot maneuvers around the planets they passed to pick up speed, and Nicholson and Forgan calculated that interstellar probes could use the same technique around stars. The new calculations, reported in the International Journal of Astrobiology this week, expanded on the previous work by using “self-replicating” probes in the computer models to see how the self-replication would affect the timescale. The robotic probes could explore our galaxy and self-replicate themselves from interstellar dust and gas, after which the parent and child probes would each set off for a different star, where they would look for signs of life and then self-replicate themselves again. The probes would therefore disperse themselves radially across space.
Source/Continue reading → Phys.org
Pingback: Messaggio alla sonda Voyager: Benvenuta nello Spazio Interstellare – Message to Voyager: Welcome to Interstellar Space | DENEB Official ©