Una nuova tecnica permette di archiviare file audio, immagini e testi all’interno di filamenti di dna sintetico. Che si conservano per migliaia di anni.
Un tempo c’erano gli archivi con i loro scaffali pieni zeppi di faldoni contenenti documenti di ogni genere e sorta. Oggi c’è il dna, una molecola così versatile da poter essere utilizzata persino per archiviare i miliardi di miliardi di dati digitali prodotti oggi nel mondo. Ricercatori dello European Bioinformatics Institute (Embl-Ebi), in Gran Bretagna, e ingegneri dell’ Agilent Technologies, una compagnia di elettronica con base in California, hanno infatti lavorato assieme per mettere a punto una nuova tecnologia che permetterebbe di immagazzinare 100 milioni di ore di filmato in alta qualità in un piccolissimo frammento di dna. Per capire come ci sono riusciti basta leggere lo studio pubblicato su Nature.
Fonte/Leggi tutto → daily.wired.it
Researchers at the EMBL-European Bioinformatics Institute (EMBL-EBI) have created a way to store data in the form of DNA – a material that lasts for tens of thousands of years. The new method, published today in the journal Nature, makes it possible to store at least 100 million hours of high-definition video in about a cup of DNA.
There is a lot of digital information in the world – about three zettabytes’ worth (that’s 3000 billion billion bytes) – and the constant influx of new digital content poses a real challenge for archivists. Hard disks are expensive and require a constant supply of electricity, while even the best ‘no-power’ archiving materials such as magnetic tape degrade within a decade. This is a growing problem in the life sciences, where massive volumes of data – including DNA sequences – make up the fabric of the scientific record.
Source/Continue reading → phys.org
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