Clima: Gli Astronauti Vogliono Salvare il Mondo – Astronauts Want to Save the World

Gli Astronauti Vogliono Salvare il Mondo - Astronauts Want to Save the World
Image Credit: NASA/Reid Wiseman (@astro_reid)

Autentico, reale, sentito da chi vede con i propri occhi la sofferenza ormai evidente del pianeta Terra dall’alto dello spazio, il messaggio voluto e registrato da diversi astronauti per lanciare un appello affinchè si faccia leva sui propri governi con urgenza per cambiare rotta da una devastazione imperante e salvare il pianeta. “Call to Earth” è l’insieme delle voci di 16 tra uomini e donne di varie nazionalità registrato per lanciare un grido d’allarme durante il COP21, il summit sul clima di Parigi terminato l’11 dicembre scorso. E’ un invito a cambiare sistema prima di arrivare ad un punto di non ritorno.

Toccante il contributo dell’astronauta Wubbo Ockels, primo olandese a viaggiare nello spazio, che ha voluto dire due semplici parole dal suo letto d’ospedale poco prima di passare oltre: “La Terra ha il cancro. Anch’io ho il cancro.”

Quello che da sempre mi colpisce e mi coinvolge maggiormente nell’ascoltare gli astronauti, a bordo della Stazione Spaziale o impegnati in altre missioni, è quel senso di unità rispetto alla Terra vista dallo spazio. Come rammenta il famoso astronomo Phil Plait in questo suo commento che riporto qui sotto in lingua originale, tutti gli astronauti vengono sorpresi dalla vista della Terra, magari riescono a vedere la loro città e ne sono felici. Poi piano piano, la vista si allarga, riconoscono la regione, la nazione di appartenenza. Ma poi quei confini tendono a dissolversi, a sparire, e il senso d’appartenenza diventa globale, planetario. Cresce il sentimento di protezione verso un pianeta che rivela tutta la sua vulnerabilità, protetto esclusivamente da quel sottile velo azzurro che solo da quella visuale appare in tutta la sua delicata fragilità.

Fa pensare, sapete, questo innato sentimento che accomuna tutti coloro che hanno avuto l’esperienza di volare nello spazio, le loro parole hanno grande importanza. La Terra va ascoltata e capita e se vogliamo che abbia un futuro dobbiamo attivarci per agevolare il cambiamento e volare verso le energie rinnovabili. Cosa si sta aspettando? E’ chiaro che ci vorrà un periodo di transizione per abbandonare definitivamente i combustibili fossili e utilizzare energie sane e pulite, ma qualche passo va fatto subito, adesso e ogni volta che se ne presenta l’opportunità. Prima che economico o tecnologico si tratta di un problema culturale, di mentalità. Il futuro non è qualche cosa di lontano e che non ci riguarda, ma una realtà che si costruisce ora. E come scrive Phil Plait: io amo il futuro, lasciamo che avvenga. Pensiamoci.
DENEB Official ©

“Una delle più gravi conseguenze delle nostre azioni è il riscaldamento globale causato dall’aumento dei livelli di CO2 dalla combustione di combustibili fossili.”
Stephen Hawking

“Avremo bisogno di un sostanziale nuovo modo di pensare, se l’umanità vuole sopravvivere.”
Albert Einstein


Si possono abilitare i sottotitoli scegliendoli in italiano.

“One of the most serious consequences of our actions is global warming brought about by rising levels of CO2 from the burning of fossil fuels.”
Stephen Hawking

“We shall need a substantially new way of thinking if humanity is to survive.”
Albert Einstein

I frequently write about our Earth as a planet, a world, an interconnected system of water, air, energy … and people. We are a part of this planet as much as it is a host to us. While our effect on it is subtle, in the long run just as profound as its effect on us. Who better to understand that than the privileged few who have seen it from afar, literally leaving the Earth to experience it as a whole? That is why this video, made by astronauts and presented at the Paris Climate Change Conference in December 2015, is so compelling and so moving.

I know this post comes a little late when it comes to the conference, which was last month, but the message those men and women are giving us is timeless: We are the caretakers of this world as well as its beneficiaries, and we must preserve it. The first step in that is understanding and appreciating it. There is a state of mind, called the Overview Effect, that almost every astronaut experiences. It starts slowly; at first, each astronaut delights in seeing their hometown from orbit. Then, perhaps a day later, their region. Some time later, it’s when they see their home country that they feel it. Eventually though, even that is supplanted by another, broader feeling: Borders slip away, the sense of ownership over a particular piece of land fades, and they find themselves a citizen not of a nation, but of a world. Astronaut Ron Garan’s life was changed profoundly when he felt this, and he dedicated his life to helping others. He wrote a book about it, The Orbital Perspective, which I strongly recommend. In it, he shows how we can all help work toward a better future if we take on even a little bit of this view. He also founded an effort called Fragile Oasis to help all us Earthbound folks along with this. He wants to make a difference, and I strongly support that too.

Source/Continue reading → www.slate.com

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