GD61: Frammenti Rocciosi Ricchi d’Acqua Raccontano di un Piccolo Pianeta Extrasolare, Vitale, Scomparso – Evidence for Water in the Rocky Debris of a Disrupted Extrasolar Minor Planet

Frammenti Rocciosi Ricchi d'Acqua Raccontano di un Piccolo Pianeta Extrasolare e Vitale Scomparso - Evidence for Water in the Rocky Debris of a Disrupted Extrasolar Minor Planet
Credit: Mark A. Garlick, space-art.co.uk, University of Wa

E’ la prima volta che gli scienziati trovano una prova incontrovertibile che evidenzia la presenza d’acqua su quelli che sembrano resti di un asteroide o di un piccolo pianeta al di fuori del nostro sistema solare, forse distrutto dall’esplosione della stella ospitante. L’esistenza dell’elemento acqua in pianeti extrasolari è di grande interesse perchè la sua presenza implica la potenziale possibilità che quei pianeti siano stati da considerare “abitabili” e congrui ad ospitare la vita.

GD61 appartiene ad un corpo roccioso molto più grande che probabilmente si è formato intorno ad una stella con più massa rispetto al nostro sole, il quale si pensa sia stato distrutto dall’esplosione della stessa stella. I frammenti scoperti e ricchi d’acqua, sono stati in fatti ritrovati nelle immediate vicinanze di una nana bianca, ovvero di ciò che rimane di una stella dopo l’esplosione. L’atmosfera stellare è inquinata da metalli accresciuti e propagatosi dal disco, tra cui l’ossigeno in quantità superiore a quello previsto per i minerali di ossido, che indica che la casa madre, ovvero il pianeta da cui proviene, è stato originariamente composto dal 26% di acqua. Questa scoperta dimostra che esistono sistemi planetari con la presenza di acqua intorno a stelle di tipo A e a stelle di tipo F che finiscono la loro vita come nane bianche.

The existence of water in extrasolar planetary systems is of great interest because it constrains the potential for habitable planets and life. We have identified a circumstellar disk that resulted from the destruction of a water-rich and rocky extrasolar minor planet.

The parent body formed and evolved around a star somewhat more massive than the Sun, and the debris now closely orbits the white dwarf remnant of the star. The stellar atmosphere is polluted with metals accreted from the disk, including oxygen in excess of that expected for oxide minerals, indicating that the parent body was originally composed of 26% water by mass. This finding demonstrates that water-bearing planetesimals exist around A- and F-type stars that end their lives as white dwarfs.

Source/Continue reading → www.sciencemag.orgHubblesite.org

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Scoperto Uno Strano Pianeta Solitario Senza una Stella – A Strange Lonely Planet Found without a Star

Scoperto Uno Strano Pianeta Solitario Senza una Stella - A Strange Lonely Planet Found without a Star
PSO J318.5-22. Credit: MPIA/V. Ch. Quetz

Un team internazionale di astronomi ha scoperto un giovane pianeta esotico che non orbita intorno ad alcuna stella. Questo pianeta libero di fluttuare nello spazio, denominato PSO J318.5-22, si trova a soli 80 anni luce di distanza dalla Terra e ha una massa solo sei volte quella di Giove. Il pianeta deve essersi formato circa 12 milioni di anni fa, praticamente da considerarsi un neonato rispetto all’età di vita dei pianeti.

E’ stato identificato grazie ad una specie di firma riconoscibile attraverso il suo calore debole ed unico, osservato con il telescopio per survey a grande campo Pan- STARRS 1 ( PS1 ) sul vulcano Haleakala a Maui, nelle Hawai’i. Osservazioni effettuate con altri telescopi delle Hawaii mostrano che il pianeta vagante ha proprietà simili a quelle dei pianeti giganti di gas scoperti in orbita attorno a stelle giovani. Eppure PSO J318.5-22 è tutto da solo, senza una stella che lo ospiti.. “Non abbiamo mai visto prima un oggetto libero di fluttuare nello spazio, simile a questo. Ha tutte le caratteristiche dei giovani pianeti trovati intorno ad altre stelle, ma questo sta andando fuori alla deriva tutto da solo”, ha spiegato il capo del team di ricercatori Dr. Michael Liu dell’ Istituto di Astronomia presso l’Università delle Hawaii a Manoa. “Mi sono chiesto spesso se esistessero tali oggetti solitari, ed ora lo sappiamo e ne abbiamo conferma. ” Negli ultimi dieci anni , i pianeti extrasolari sono stati scoperti ad un ritmo incredibile, con circa un migliaio di casi trovati con metodi indiretti come l’oscillazione o l’affievolimento della loro stella ospite, indotto dal pianeta. Tuttavia, solo una manciata di pianeti è stato ripreso direttamente e sono tutti intorno a stelle giovani (con meno di 200 milioni di anni). PSO J318.5-22 è uno degli oggetti che fluttuano liberamente con la massa più bassa mai registrata, forse la più bassa in assoluto. Ma il suo aspetto più singolare riguarda la sua massa simile al colore e alla produzione di energia per i pianeti acquisiscono direttamente. ” I pianeti trovati da osservazione diretta sono incredibilmente difficili da studiare, dal momento che sono proprio accanto alla loro molto più brillante stella. PSO J318.5-22 non orbita intorno a una stella, quindi senza il disturbo di una luce intensa nelle vicinanze, sarà molto più facile per noi studiarlo. Si sta per fornire una vista meravigliosa nel funzionamento interno del gas dei pianeti giganti come Giove poco dopo la loro nascita”, ha detto il dottor Niall Deacon del Max Planck Institute for Astronomy in Germania e un co- autore dello studio.

An international team of astronomers has discovered an exotic young planet that is not orbiting a star. This free-floating planet, dubbed PSO J318.5-22, is just 80 light-years away from Earth and has a mass only six times that of Jupiter. The planet formed a mere 12 million years ago—a newborn in planet lifetimes.

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GRAVITY

GRAVITY

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Due attori e due personaggi nello spazio cosmico, a poche centinaia di chilometri dalla Terra, in compagnia dello Shuttle, del Telescopio Spaziale Hubble, della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), della navicella russa Soyuz, della Stazione Cinese Tiangong e della loro navicella Shenzhou.

Le immagini sono davvero da togliere il respiro, la NASA ha fornito contributi reali e di una bellezza unica, ma è chiaro che il cinema personalizza certi dettagli che nella realtà proprio non esistono. A parte l’incredibile sequenza di eventi sfortunati che coinvolgono la protagonista femminile, magari davvero troppi, il copione ha senz’altro alterato riferimenti chiari della storia che sono riconducibili a fatti reali, ma riportandoli diversamente rispetto alla loro reale natura. Uno riguarda uno strumento utilizzato in caso di EVA (Extra-vehicular activity), ovvero in caso di “passeggiata spaziale”, due riguardano la protagonista all’interno della ISS e un altro riguarda la causa degli eventi che hanno generato tutta la storia. Chi si è accorto di questi dettagli e quali sono?

DENEB Official ©
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Altra immagine della Cometa ISON in avvicinamento! – Comet ISON Approaches

Altra immagine della Cometa ISON in avvicinamento! - Comet ISON Approaches
Image Credit & Copyright: Damian Peach

Quanto impressionante sarà la Cometa ISON? Nessuno è sicuro, ma purtroppo, come la cometa si avvicina al sistema solare interno, sembrerebbe apparire meno brillante rispetto a molte previsioni fatte in precedenza. Nella foto qui sopra ecco come la Cometa ISON appariva circa due settimane fa, e di come ha continuato a sviluppare la sua coda. La scorsa settimana la cometa è passata relativamente vicina a Marte ed è stata ripresa direttamente dal Mars Reconnaissance Orbiter.

Quando la Cometa ISON farà una immersione fino ad arrivare a pochi raggi solari della superficie del Sole, a fine novembre, potrebbe diventare più luminosa della Luna e con una coda lunga e fluente, o forse potrà apparire un po’ meno spettacolare, al momento è ancora una incognita. In entrambi i casi, gli appassionati del cielo sperano che la cometa possa sopravvivere durante il suo avvicinamento al sole, sapendo che nel caso sarà senz’altro uno spettacolo impressionante per come apparirà dalla Terra, almeno il resto dell’anno.

How impressive will Comet ISON become? No one is sure, but unfortunately, as the comet approaches the inner Solar System, it is brightening more slowly than many early predictions. Pictured above, Comet ISON is seen about two weeks ago as it continued to develop a tail. Last week the comet passed relatively close to Mars, and was directly imaged by the Mars Reconnaissance Orbiter.

When Comet ISON dives to within a few solar radii of the Sun’s surface in late November, it may become brighter than the Moon and sport a long and flowing tail – or it may appear somewhat less spectacular. Either way, sky enthusiasts hope that whatever comet parts survive will put on quite an impressive show, as viewed from Earth, through at least the rest of the year.

Source/Continue reading → apod.nasa.gov

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Ecco la Cometa ISON a colori! – C/2012 S1 Ison in color!

Ecco la Cometa ISON a colori! - C/2012 S1 Ison in color!
Taken by Michael Jäger on October 5, 2013 @ Weißenkirchen, Austria

La Cometa ISON si sta rendendo sempre più visibile e illuminata grazie al suo avvicinamento al sole. Le stime degli osservatori esperti mettono la cometa tra magnitudine 10 e 11, il che è ancora troppo debole per essere visibile ad occhio nudo, ma abbastanza luminosa per questa magnifica fotografia a colori realizzata attraverso telescopi amatoriali di medie dimensioni.

Michael Jäger di Weißenkirchen, in Austria, ha osservato la Cometa ISON il 5 ottobre e ha scoperto che era verde. Il colore verde di ISON proviene dai gas che circondano il nucleo ghiacciato. Getti che fuoriescono dal nucleo della cometa probabilmente contengono cianogeno (CN: un gas velenoso presente in molte comete) e carbonio biatomico (C2). Entrambe le sostanze restituiscono questo particolare bagliore verde quando la Cometa viene illuminata dalla luce del sole, nel vuoto dello spazio circostante.

Comet ISON is brightening as it approaches the sun. Estimates by experienced observers put the comet between 10th and 11th magnitude. That’s too dim to see with the unaided eye, but bright enough for color photography through mid-sized backyard telescopes.

Michael Jäger of Weißenkirchen, Austria, observed the comet on Oct. 5th and found that it was green. ISON’s green color comes from the gases surrounding its icy nucleus. Jets spewing from the comet’s core probably contain cyanogen (CN: a poisonous gas found in many comets) and diatomic carbon (C2). Both substances glow green when illuminated by sunlight in the near-vacuum of space.

Source/Continue reading → SpaceWeather.com

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Spettacolare Meteora, una vera e proprio palla di fuoco! – Meteor/Fireball

Spettacolare Meteora, una vera e proprio palla di fuoco! - Meteor/Fireball
Taken by Angela McClain on September 27, 2013 @ Faith Ranch, Jewett, OHIO

Piccola cronistoria di una serata speciale che ha vissuto un’appassionata osservatrice del cielo mentre si stava dirigendo da un amico astronomo. Angela McClain, la sera del 27 Settembre 2013, mentre aveva puntato l’attrezzatura nel punto giusto, ha visto e immortalato una spettacolare meteora che ha falciato il cielo notturno di Jewett in Ohio.

Angela racconta che stava guardando nella direzione opposta senza trovare nulla di così interessante ma poi si è voltata vedendo questo brillantissimo lampo di luce verde che ha lasciato illuminato il cielo per oltre 20 secondi dopo suo il passaggio. Angela aggiunge che la foto non rende giustizia alla meraviglia di osservare un fenomeno simile con i propri occhi.

“September 27, 2013, was an amazing night!! Not only did I finally get to meet my favourite astronomer, Jay Ryan, but I witnessed the most brilliant fireball that I have ever seen!! I was looking in the opposite direction, and suddenly, the entire landscape lit up.

I spun around and there it was, a huge, bright green light, streaking across the sky!! Even when it was gone, there was still a bright line in the sky about 20 seconds later! We were all stunned, to say the least. These images, taken with my fish eye lens, does not do it justice!”

Angela McClain – via SpaceWeather.com

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Oceano di Stelle… – Ocean of Stars…

Oceano di Stelle... - Ocean of Stars...

“Tu sei una funzione di ciò che l’intero universo sta facendo nello stesso modo in cui un’onda è una funzione di ciò che sta facendo l’intero oceano.”

Alan Watts

“You are a function of what the whole universe is doing in the same way that a wave is a function of what the whole ocean is doing.”

Alan Watts

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Ricercatori rivelano i tempi di Abitabilità della Terra indagando il Potenziale di Vita Aliena – Researchers reveal Earth’s habitable lifetime and investigate potential for alien life

Ricercatori rivelano i tempi di Abitabilità della Terra indagando il Potenziale di Vita Aliena - Researchers reveal Earth's habitable lifetime and investigate potential for alien life

Le condizioni di abitabilità sulla Terra saranno possibili per almeno altri 1750 milioni anni, questo secondo astrobiologi della University of East Anglia. I risultati pubblicati sulla rivista Astrobiology rivelano il rapporto fra vari elementi essenziali per la vita sul pianeta Terra, in base alla nostra distanza dal sole e alle temperature con le quali è possibile per il pianeta mantenere acqua allo stato liquido. Il gruppo di ricerca ha guardato alle stelle ispirandosi per tale ricerca.

Utilizzando i pianeti recentemente scoperti al di fuori del nostro sistema solare (esopianeti) come esempi, hanno studiato il potenziale di questi pianeti per ospitare la vita. La ricerca è stata guidata da Andrew Rushby, dalla scuola di UEA di Scienze Ambientali. Egli ha detto: “Abbiamo utilizzato il concetto di ‘zona abitabile’ per fare queste stime, questa è la distanza dalla stella di un pianeta in cui le temperature sono favorevoli ad avere acqua liquida in superficie. Abbiamo utilizzato modelli di evoluzione stellare per stimare la fine di un pianeta e la durata della sua abitabilità determinando quando non sarà più nella zona cosiddetta abitabile. Stimiamo che la Terra non sarà più abitabile circa tra 1,75 e 3,25 miliardi di anni. Dopo questo punto, la Terra sarà nella ‘zona calda’ del sole, con temperature così elevate che i mari evaporerebbero.

Habitable conditions on Earth will be possible for at least another 1.75 billion years – according to astrobiologists at the University of East Anglia. Findings published today in the journal Astrobiology reveal the habitable lifetime of planet Earth – based on our distance from the sun and temperatures at which it is possible for the planet to have liquid water. The research team looked to the stars for inspiration.

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Nuovo Modello: Universo Nato dal Collasso di una Stella a 4 Dimensioni – Out of the White Hole: A Holographic Origin for the Big Bang

Nuovo Modello: Universo Nato dal Collasso di una Stella a 4 Dimensioni - Out of the White Hole: A Holographic Origin for the Big Bang

Un gruppo di cosmologi ha presentato una nuova ipotesi molto intrigante riguardo alle dinamiche fisiche che potrebbero aver dato vita a quello che chiamiamo Big Bang, e alla “nascita” dello stato attuale dell’universo in cui viviamo. Secondo questo nuovo modello proposto, l’intero cosmo potrebbe essere il prodotto dei “detriti” espulsi dal collasso di una stella a 4 dimensioni, in un buco nero.

Il vantaggio di quest’ipotesi rispetto ad altre, è che può spiegarci il principio isotropico dell’universo, cioè perché in qualsiasi direzione in cui guardiamo, vediamo il cosmo più o meno uguale, con le stesse identiche caratteristiche e leggi fisiche. Una cosa che va detta già da subito, è che si tratta di un’ipotesi puramente teorica, con tante falle ancora, ed in attesa di una possibile dimostrazione. Nessuno sta dicendo che l’attuale modello cosmologico è da buttare dalla finestra. Specificato questo, vediamo i dettagli di questa nuova visione cosmologica proposta. Continue reading

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Stella dell’India: Stella Blu di Zaffiro – Star of India: Blue Star Sapphire

Stella dell'India: Stella Blu di Zaffiro - Star of India: Blue Star Sapphire

Con i suoi 563 carati la Stella dell’India è il più grande zaffiro stellato del mondo. Formatosi circa 2 miliardi di anni fa, è una delle pietre più famose e conosciute sul pianeta.

La peculiare caratteristica della stella in questo zaffiro, chiamata asterismo, sta anche nel fatto di trovarsi in entrambi i lati della pietra, conferendo a questa gemma il nome di stella, a tutti gli effetti.

At 563 carats, the Star of India is the world’s largest gem-quality blue star sapphire. Some 2 billion years old, it is also one of the most well-known objects in the world.
Rutile, a mineral in the Star of India, gives the gem its milky quality and star effect. Tiny fibers of rutile in a three-fold pattern reflect incoming light in the star pattern. This effect, called asterism, makes this gem a true star.

Source/Continue reading → www.amnh.org

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Messaggio alla sonda Voyager: Benvenuta nello Spazio Interstellare – Message to Voyager: Welcome to Interstellar Space

Messaggio alla sonda Voyager: Benvenuta nello Spazio Interstellare - Message to Voyager: Welcome to Interstellar Space
credit: NASA/JPL-Caltech

E’ un momento storico per l’umanità: la sonda della NASA Voyager 1 è ufficialmente il primo oggetto costruito dall’uomo ad avventurarsi nello spazio interstellare. La sonda, in viaggio nello spazio ormai da più di 36 anni, si trova ora a circa 12 miliardi di miglia (19 miliardi km) dal nostro sole.

Dati nuovi e inaspettati indicano Voyager 1 ha viaggiato per circa un anno con plasma o gas ionizzato, presente nello spazio tra le stelle. Voyager è in una regione di transizione immediatamente al di fuori della bolla solare, dove alcuni effetti del nostro sole sono ancora evidenti. Una relazione sull’analisi di questi nuovi dati, uno sforzo guidato da Don Gurnett e il team scientifico della University of Iowa, è stata pubblicata sulla rivista Science.

(Fonte: NASA)

In questo video sono presenti alcune personalità del mondo della ricerca spaziale, ma anche del cinema, come alcuni attori della saga cinematografica Star Trek, con messaggi d’augurio e di ringraziamento indirizzati alla Sonda Voyager, a tutti gli effetti considerata come ambasciatore dell’intera umanità in esplorazione nello spazio remoto, in ricerca chissà, di altre forme di vita intelligente con le quale instaurare un contatto. A bordo della sonda è custodito il famoso disco d’ora, il Voyager Golden Record, pensato e creato in previsione di un futuro contatto con civiltà extraterrestri. L’emozione per il traguardo raggiunto da Voyager è davvero il caso di dire alle stelle in tutti coloro che puntano gli occhi al di là del proprio campo visivo, con la speranza, se non la certezza, che in un futuro forse prossimo, si possa finalmente rispondere alla domanda che da sempre l’uomo si pone:

“Siamo soli nell’universo?”

DENEB Official

NASA’s Voyager 1 spacecraft officially is the first human-made object to venture into interstellar space. The 36-year-old probe is about 12 billion miles (19 billion kilometers) from our sun.

New and unexpected data indicate Voyager 1 has been traveling for about one year through plasma, or ionized gas, present in the space between stars. Voyager is in a transitional region immediately outside the solar bubble, where some effects from our sun are still evident. A report on the analysis of this new data, an effort led by Don Gurnett and the plasma wave science team at the University of Iowa, Iowa City, is published in Thursday’s edition of the journal Science.

Source/Continue reading → NASA.gov

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