Credits: NASA/W. Stenzel
“Prima che il telescopio spaziale Kepler fosse lanciato non sapevamo se gli esopianeti fossero rari o comuni nella galassia. Grazie a Kepler e alla comunità di ricerca, ora sappiamo che ci potrebbero essere più pianeti che stelle”, ha detto Paul Hertz, direttore della Divisione Astrofisica al quartier generale della NASA. “Questa conoscenza informa le future missioni che sono necessarie per portarci sempre più vicino a scoprire se siamo soli nell’universo.”
Sistemi planetari remoti, mondi che orbitano intorno alla loro stella proprio come avviene per la Terra, corpi celesti che potrebbero avere condizioni favorevoli per lo sviluppo della vita: è questo lo scenario che emerge dall’ultima fatica di Kepler, il telescopio spaziale della NASA ha infatti scoperto 1284 nuovi pianeti. E’ stato un metodo statistico a permettere al team scientifico della missione di fare una simile ‘caccia grossa’ in un colpo solo.
Con questo sistema gli studiosi hanno potuto procedere rapidamente, analizzando nello stesso tempo le caratteristiche dei vari aspiranti pianeti sul ‘catalogo’ realizzato dal telescopio nel luglio 2015. Sono le differenze nella luminosità stellare la chiave di volta del metodo investigativo di Kepler, che capta la diminuzione di lucentezza quando un pianeta transita davanti alla sua stella di riferimento.
Su 4302 corpi celesti presi in considerazione, solo 1284 hanno superato la soglia del 99% prevista per ottenere lo ‘status’ di pianeta. Tra questi 550 presenterebbero una natura rocciosa come la Terra e 9 esemplari di questo sottogruppo orbitano intorno alla loro stella nella cosiddetta ‘zona abitabile’. Si tratta quindi di pianeti che si trovano ad una distanza dal loro ‘sole’ tale da consentire in superficie la presenza di acqua allo stato liquido, condizione basilare per lo sviluppo di forme di vita. La scoperta di pianeti al di fuori del Sistema Solare risale a più di vent’anni fa con 51 Pegasi b e Kepler, missione del Discovery Program della NASA ideata proprio con lo scopo di individuare queste specifiche realtà, ha dato un notevole impulso a questo particolare ambito di ricerca. Dei 5000 ‘candidati’ pianeti individuati sino ad oggi, oltre 3000 sono stati sottoposti a verifica e, tra di essi, ben 2325 sono stati colti dall’infaticabile occhio di Kepler.
Lanciato il 6 marzo 2009 da Cape Canaveral, Kepler in quattro anni di lavoro ha passato in rassegna 150mila stelle in un’unica porzione di cielo e, ‘sopravvissuto’ al guasto dei giroscopi nel 2013, dovrebbe rimanere operativo fino al 2018.
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E’ boom di mondi alieni – fonte: ASI TV – WEB TV dell’Agenzia Spaziale Italiana
NASA’s Kepler mission has verified 1,284 new planets – the single largest finding of planets to date. “This announcement more than doubles the number of confirmed planets from Kepler,” said Ellen Stofan, chief scientist at NASA Headquarters in Washington. “This gives us hope that somewhere out there, around a star much like ours, we can eventually discover another Earth.”
Analysis was performed on the Kepler space telescope’s July 2015 planet candidate catalog, which identified 4,302 potential planets. For 1,284 of the candidates, the probability of being a planet is greater than 99 percent – the minimum required to earn the status of “planet.” An additional 1,327 candidates are more likely than not to be actual planets, but they do not meet the 99 percent threshold and will require additional study. The remaining 707 are more likely to be some other astrophysical phenomena. This analysis also validated 984 candidates previously verified by other techniques. “Before the Kepler space telescope launched, we did not know whether exoplanets were rare or common in the galaxy. Thanks to Kepler and the research community, we now know there could be more planets than stars,” said Paul Hertz, Astrophysics Division director at NASA Headquarters.
“This knowledge informs the future missions that are needed to take us ever-closer to finding out whether we are alone in the universe.”
Source/Continue reading → Nasa.gov