Hubble: Come nasce una stella – A nursery for unruly young stars

Hubble: Come nasce una stella - A nursery for unruly young stars
Credit: NASA/ESA

Il team del telescopio spaziale Hubble ha diffuso una nuova foto di HH 909A, un oggetto di Herbig-Haro che circonda una stella in formazione all’interno della nube molecolare del Camaleonte, vera e propria fucina di giovani stelle.

Sembrano le esili ali di una farfalla, ma sono in realtà enormi getti di gas e plasma espulsi da una stella in formazione. Questa nuova suggestiva immagine, catturata dal telescopio spaziale Hubble, testimonia il processo di formazione stellare all’interno della nube molecolare del Camaleonte. I sottili flussi di gas espulsi dalle stelle in formazione creano una debole nebulosa che prende il nome di oggetto di Herbig-Haro (in questo caso l’etereo oggetto catturato in foto è stato battezzato HH 909A). Questi giochi di luce si formano durante lo scontro tra il gas dei getti, estremamente veloci, e le dense nubi di gas e polveri che circondano la futura stella.

Fonte/Leggi tutto → Media.INAF.it

This striking new image, captured by the NASA/ESA Hubble Space Telescope, reveals a star in the process of forming within the Chamaeleon cloud. This young star is throwing off narrow streams of gas from its poles — creating this ethereal object known as HH 909A. These speedy outflows collide with the slower surrounding gas, lighting up the region.

When new stars form, they gather material hungrily from the space around them. A young star will continue to feed its huge appetite until it becomes massive enough to trigger nuclear fusion reactions in its core, which light the star up brightly.

Source/Continue reading → www.spacetelescope.org

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Nuovo studio: Pianeti anche più grandi tre volte la Terra potrebbero ospitare la Vita – Superhabitable Worlds

Nuovo studio: Pianeti anche più grandi tre volte la Terra potrebbero ospitare la Vita - Superhabitable Worlds

Dove dobbiamo cercare la vita extra-terrestre? Secondo un recente studio mondi tre volte più grandi del nostro potrebbero avere condizioni ben più propizie per ospitare la vita. E questa è solo l’ultima di una serie di proposte che spingono a cercare la vita extraterrestre al di fuori della zona abitabile.

Negli ultimi vent’anni abbiamo assistito a un gran proliferare di nuovi esopianeti. L’eventuale scoperta di una Seconda Terra che ospiti la vita e che viaggi inconsapevole in qualche remoto punto dell’Universo ha un fascino invincibile al quale cediamo senza opporre resistenza. Cerchiamo pianeti simili al nostro per dimensioni, temperature e atmosfera e li cerchiamo nella “zona abitabile”, la regione intorno a una stella dove un’altra Terra potrebbe avere acqua liquida sulla sua superficie. Ma se il nostro pianeta è effettivamente l’unico posto a noi noto dove la vita complessa sia riuscita a evolvere, questo non significa che la vita complessa sia necessariamente come noi la conosciamo, o che non possano esistere pianeti totalmente diversi dalla Terra dove la vita si sia sviluppata. Diversi recenti studi chiedono di ripensare al concetto di abitabilità, ultimo tra questi arriva quello a firma di René Heller, della McMaster University, e John Armstrong, della Weber State University, pubblicato recentemente su Astrobiology. Secondo i due ricercatori i pianeti alieni leggermente più grandi del nostro potrebbero essere addirittura più adatti a ospitare la vita di quanto non lo sia la Terra.

Fonte/Leggi tutto → Media.INAF.it

To be habitable, a world (planet or moon) does not need to be located in the stellar habitable zone (HZ), and worlds in the HZ are not necessarily habitable. Here, we illustrate how tidal heating can render terrestrial or icy worlds habitable beyond the stellar HZ. Scientists have developed a language that neglects the possible existence of worlds that offer more benign environments to life than Earth does. We call these objects “superhabitable” and discuss in which contexts this term could be used, that is to say, which worlds tend to be more habitable than Earth. In an appendix, we show why the principle of mediocracy cannot be used to logically explain why Earth should be a particularly habitable planet or why other inhabited worlds should be Earth-like.

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Curiosity: Quella Stella che Brilla nel Cielo Notturno di Marte, è la Terra – Bright ‘Evening Star’ Seen from Mars is Earth

Curiosity: Quella Stella che Brilla nel Cielo Notturno di Marte, è la Terra - Bright 'Evening Star' Seen from Mars is Earth

Questa suggestiva vista dell’orizzonte e del cielo marziano è stata scattata dal rover Curiosity, nella quale brilla come un punto luminoso, quella che sembra una stella della sera: il pianeta Terra.
Il “puntino blu”, si intravede appena un po’ spostato a sinistra dal centro della foto, mentre la Luna è appena sotto la Terra. Se un essere umano, con una vista normale, dovesse osservare il cielo dal pianeta Marte, vedrebbe con facilità la Terra e la Luna come due distinti punti luminosi, quasi come due stelle della sera.

La distanza che intercorre tra il pianeta rosso e il nostro pianeta blu, al momento di questo scatto di Curiosity, è di circa 160 milioni di kilometri.

This view of the twilight sky and Martian horizon taken by NASA’s Curiosity Mars rover includes Earth as the brightest point of light in the night sky. Earth is a little left of center in the image, and our moon is just below Earth. A human observer with normal vision, if standing on Mars, could easily see Earth and the moon as two distinct, bright “evening stars.”

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Marte – Mars Panorama

Marte – Mars Panorama
Marte
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Fisica Quantistica: Anelli Vorticosi Come Quelli Creati Dai Delfini – Quantized Superfluid Vortex Rings in the Unitary Fermi Gas

Fisica Quantistica: Anelli Vorticosi Come Quelli Creati Dai Delfini - Quantized Superfluid Vortex Rings in the Unitary Fermi Gas
Image Credit: ouramazingearth.com

Caratteristiche anomale osservate in un condensato ultrafreddo di atomi di litio, attribuite inizialmente a solitoni inspiegabilmente lenti e pesanti, potrebbero in realtà essere dovute ad anelli vorticosi quantistici.

Questa la conclusione d’una storia che ha a che fare con un probabile scambio d’identità in ambito quantistico. Una storia recente – l’articolo dal quale tutto ha inizio è stato pubblicato su Nature nell’agosto scorso – ma con due protagonisti bizzarri descritti per la prima volta nell’Ottocento. E presenti in natura nei contesti più disparati, dalle fibre ottiche ai delfinari, dagli estuari dei fiumi fino all’interno dei nostri cuori: i solitoni e gli anelli vorticosi.

Ciò apre alla comprensione dei meccanismi alla base dei cosiddetti “glitch”, brusche variazioni nella velocità di rotazione delle stelle di neutroni, come quella osservata di recente dal telescopio spaziale Swift nel magnetar 1E 2259. Variazioni, suggeriscono gli autori, che potrebbero essere indotte proprio da interazioni fra i vortici in atto all’interno delle stelle stesse.

Fonte/Leggi tutto → Media.INAF.it
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Fisica Quantistica: E’ possibile il teletrasporto di energia su lunghe distanze – Quantum Physics: Long-distance energy teleportation may be possible

Fisica Quantistica: E' possibile il teletrasporto di energia su lunghe distanze - Quantum Physics: Long-distance energy teleportation may be possible
Quando dico: “Entangled Universe”…
Deneb

L’energia potrebbe essere spostata su lunghe distanze attraverso il teletrasporto quantistico: questo secondo i calcoli effettuati da un team di fisici in Giappone. Mentre il teletrasporto di energia non è un concetto nuovo, si pensava infatti che la quantità di energia che poteva essere inviata rapidamente potesse interessare solo brevi distanze, la nuova proposta elimina questa lacuna, consentendo all’energia di essere trasferita molto più lontano.

Il team ritiene che la teoria possa essere verificata in un dispositivo semiconduttore e che dinamiche simili al teletrasporto di energia potrebbero essere avvenute nell’universo primordiale.

Energy could be moved over long distances by quantum teleportation, according to calculations done by a team of physicists in Japan. While energy teleportation is not a new concept, it had been thought that the amount of energy that could be sent dropped rapidly beyond short distances.

The new proposal removes this shortcoming, allowing energy to be transferred much farther. The team believes that the theory could be verified in a semiconductor device and that similar energy teleportation could have occurred in the early universe.

Source/Continue reading → physicsworld.com

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Attività Solare in aumento con la gigantesca Regione Attiva AR1967 fronte Terra – Space Weather: Earth-facing sunspot AR1967

Attività Solare in aumento con la gigantesca Regione Attiva AR1967 fronte Terra - Space Weather: Earth-facing sunspot AR1967
Credit: SDO/AIA/HMI

Fin dal suo ritorno con l’apparizione sul lato ovest della nostra stella, la regione attiva denominata AR1967 (ex AR1944), ha mostrato da subito un’attività piuttosto intensa con una serie di brillamenti di classe M. Solo ieri i solar flares registrati sono stati sette, con tre rilasci di massa coronale. Questa gigantesca macchia solare è più grande del pianeta Giove ed il suo nucleo principale è sufficientemente grande per contenere la Terra più volte!

Attualmente questo gigante mostra un campo magnetico di classe “delta”, ossia capace di ospitare energia anche per brillamenti della massima potenza, ovvero di classe X. Il monitoraggio continuo dell’attività solare porta il NOAA a prevedere la possibilità pari al 50% che si verifichino nelle prossime 24 ore forti brillamenti di classe X, i quali, eventualmente si verificassero, interesserebbero il nostro pianeta vista la posizione centrale della macchia solare, di conseguenza fronte Terra. Per chi leggesse per la prima volta notizie relative all’attività solare, ricordo che non vi è pericolo per la Terra protetta dal suo mantello magnetico e che l’attività solare si manifesta con questa intensità ogni 11 anni circa. Brillamenti di fortissima entità potrebbero provocare semmai problemi ai sistemi satellitari, ma grazie alle sonde osservative della NASA e ad al team di scienziati del NOAA, che tengono sotto continuo controllo la nostra stella, ci sarebbero mezzi e sistemi per prevenire eventuali problematiche, così come si fa con le previsioni meteo sulla Terra.
Restate con me per i prossimi aggiornamenti.

Solar activity reached high levels yesterday with seven M-class solar flares and three CMEs. Almost all of the explosions were produced by monster sunspot AR1967. AR1967 is wider than the planet Jupiter and its primary dark cores are big enough to swallow Earth many times over. The scale of the thing makes it an easy target for backyard solar telescopes. AR1967 has a ‘delta-class’ magnetic field that harbors energy for strong eruptions.

The growing complexity of the region has prompted NOAA forecasters to boost the odds of X-flares to 50% during the next 24 hours. Because AR1967 is near the center of the solar disk, any eruptions will be squarely Earth directed.
Stay tuned for updates.

Source/Continue reading → SpaceWeather.com

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Succede adesso: Il Transito della Luna sul Sole – Lunar Transit of The Sun, Underway Now

Succede adesso: Il Transito della Luna sul Sole - Lunar Transit of The Sun, Underway Now
Credit: SDO/AIA

Oggi, 30 Gennaio 2014, la Luna eclissa il Sole per almeno due ore e mezza: c’è quindi tempo per osservare questo particolare evento. Nell’immagine ripresa dal Solar Dynamics Observatory (SDO) della NASA si vede chiaramente l’oscuramento del Sole da parte della Luna, tutt’ora in corso.

Il culmine dell’eclisse vedrà oltre il 90% della nostra stella oscurata dal nostro satellite naturale. Le sonde della NASA sono state predisposte per seguire l’evento, grazie alla ricarica delle batterie da parte dei controllori della missione al fine di mantenerle attive durante il blackout. Restate collegati per altre sensazionali immagini in arrivo.

Succede adesso: Il Transito della Luna sul Sole - Lunar Transit of The Sun, Underway Now

Today, Jan. 30th, the Moon will eclipse the sun for almost 2.5 hours. You have to be in space to see it. This extreme UV image from NASA’s Solar Dynamics Observatory (SDO) shows the “lunar transit” underway now.

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Spazio: La Voce del Pianeta Terra – Space: The Voice of Planet Earth

video - Spazio: la Voce del Pineta Terra - Space: The Voice of Planet Earth


‘NASA Space Recordings Of Earth’

L’Universo non è silenzioso. Sebbene per spazio s’intenda comunemente come “vuoto”, non è detto che non ci siano suoni là fuori.

I suoni esistono come onde radio udibili dall’orecchio umano, come quelli registrati dalla speciale strumentazione a bordo delle sonda Voyager, nonchè riportati anche da altre sonde della NASA.

Our Universe Is Not Silent. Although space is a vacuum, this does not mean there is no sound in space.

The radio waves, which are at frequencies that are audible to the human ear, are emitted by the energetic particles in the Earth’s magnetosphere.

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Attività Solare: La Regione attiva AR1967 sta ruotando verso la Terra – Space Weather: Active Sunspot Turns Toward Earth

Attività Solare: La Regione attiva AR1967 sta ruotando verso la Terra - Active Sunspot Turns Toward Earth

Come già rilevato ieri, la famosa e gigantesca macchia solare ora denominata AR1967 si è affacciata sul lato ovest della nostra stella e sta ruotando verso la Terra. Nelle ultime ore la regione solare attiva in questione, ha continuato la sua intensa attività sprigionando brillamenti di classe M praticamente quasi ogni due ore. Fino ad ora tutte queste esplosioni non hanno interessato il nostro Pianeta in quanto ancora fuori traiettoria rispetto alla posizione della macchia solare, ma non sarà così per molto.

Infatti, con la lenta e progressiva rotazione in atto, la macchia solare si posizionerà al centro del disco solare ed allora ogni brillamento dovesse verificarsi, sarà di conseguenza diretto verso il nostro pianeta. Il NOAA ha infatti raddoppiato la percentuale di possibilità di brillamenti di classe X nelle prossime 24 ore, mentre sembrano praticamente certi altri nuovi solar flares di classe M.
Aggiornamenti in corso.

Big sunspot AR1967 near the sun’s southeastern limb is crackling with solar flares. As Jan. 29th unfolds it is producing an average of one impulsive M-class explosion every two hours. So far, none of the explosions has been Earth-directed, but future flares will be as the sunspot continues its slow turn toward our planet.

NOAA forecasters have doubled the odds of an X-class flare in the next 24 hours to 10%. Meanwhile, M-class flares seem almost certain as the crackling continues.
Updates in progress.

Source/Continue reading → SpaceWeather.com

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Attività Solare: AR1967, ex 1944, ritorna con un brillamento di Classe M – Space Weather: AR1944 has returned with an M4-class Solar Flare

Attività Solare: AR1967, ex 1944, ritorna con un brillamento di Classe M - Space Weather: AR1944 has returned with an M4-class Solar Flare

La Regione Attiva AR1944, che ha prodotto di recente già diversi brillamenti di forte intensità, è tornata da un giro intorno al sole durato un paio di settimane. Il suo ritorno è stato annunciato da un solar flare di classe M come si può vedere nell’immagine scattata dal Solar Dynamics Observatory.

Come è consuetudine, le macchie solari che ritornano dopo avere compiuto il ciclo intorno al sole, sono rinominate. La nuova denominazione di AR1944 è ora AR1967: così verrà chiamata d’ora in poi. Nonostante AR 1967 sia decaduta durante la sua assenza, ha mantenuto una notevole potenza. Il NOAA prevede possibilità pari al 5% per il verificarsi di solar flare di classe X, mentre si sale al 50% per brillamenti di classe M. In ogni cosa, vista l’attuale posizione della macchia solare, posta sul limbo ovest della nostra stella, ogni brillamento non dovrebbe interessare il nostro Pianeta, che rimarrebbe fuori traiettoria.

Active sunspot AR1944, which produced many strong flares earlier this month, has returned from a two-week trip around the farside of the sun. It announced itself on Jan. 27th with an M4-class solar flare, shown here in an extreme UV image from the Solar Dynamics Observatory.

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