Sulla Luna Nuovo Hotspot Wi-FI! – The Moon is now a wi-fi Hotspot!

Sulla Luna Nuovo Hotspot Wi-FI! - The Moon is now a wi-fi Hotspot!

Connessione Wireless … sulla Luna! Se le generazioni future vivranno e lavoreranno sulla Luna o su un asteroide lontano, avranno probabilmente bisogno di una connessione a banda larga per comunicare con le basi a casa sulla Terra.

Potrebbero anche voler guardare il loro programma televisivo preferito dalla base a terra e questo è ora possibile grazie ad un team di ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT) Lincoln Laboratory che, lavorando con la NASA lo scorso autunno, hanno dimostrato per la prima volta una tecnologia di comunicazione dati funzionante che può fornire agli abitanti dello spazio la connessione di cui noi tutti ci beneficiamo qui sulla Terra, permettendo grandi trasferimenti di dati e perfino video streaming ad alta definizione. La squadra di ricercatore ha conferito lo storico risultato lo scorso anno, quando attraverso la loro dimostrazione del Lunar Laser Communication (LLCD) i dati sono stati trasmessi attraverso i 384633 chilometri tra la Luna e la Terra ad una velocità di download di 622 megabit al secondo, più veloce di qualsiasi sistema di radio frequenza (RF). I ricercatori hanno inoltre trasmesso i dati dalla Terra alla Luna a 19,44 megabit al secondo, un fattore di 4.800 volte più veloce rispetto al miglior uplink RF mai usato.

First Broadband Wireless Connection…to the Moon?! If future generations were to live and work on the moon or on a distant asteroid, they would probably want a broadband connection to communicate with home bases back on Earth.

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Pianeta Terra: Le Foreste e l’Uomo – Planet Earth: Of Forests and Men

Pianeta Terra: Le Foreste e l'Uomo - Planet Earth: Of Forests and Men

Scoprite e condividete gratuitamente “Di Foreste e Uomini”, il film ufficiale dell’Anno Internazionale delle Foreste realizzato da Yann Arthus-Bertrand per le Nazioni Unite.

Anche voi potete aiutare GoodPlanet a proteggere le foreste diffondendo questo messaggio. Scaricate gratuitamente il film sul sito ufficiale e condividetelo liberamente con i vostri amici, sul vostro sito, nella vostra azienda, nella vostra città… Maggiori informazioni sulle azioni di GoodPlanet a beneficio delle foreste su desforetsetdeshommes.org/it

Ama il tu★ Pianeta!

Yann Arthus-Bertrand was appointed by the United Nations to produce the official film for the International Year of Forests.

Following the success of Home which was seen by 400 million people, the photographer began producing a short 7-minute film on forests made up of aerial images from Home and the Earth from Above television programmes.This film will be shown during a plenary session of the Ninth Session of United Nations Forum on Forests (24 January – 4 February 2011) in New York. It will be available to all from February 2 – for free – so that it can be shown worldwide. To have all information or to download the movie offorestsandmen.org

L★ve your Planet! Continue reading

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100 Milioni di Pianeti nella Nostra Galassia potrebbero ospitare Vita Complessa – 100 Million Planets in our Galaxy May Harbor Complex Life

100 Milioni di Pianeti nella Nostra Galassia potrebbero ospitare Vita Complessa - 100 Million Planets in our Galaxy May Harbor Complex Life
Credit: PHL @ UPR Arecibo, NASA, Richard Wheeler @Zephyris

L’uno per cento di tutti i pianeti extrasolari ha le caratteristiche per ospitare Organismi Complessi – Il numero di pianeti in cui la vita complessa potrebbe esistere all’interno della Via Lattea, potrebbe essere piuttosto alto, intorno ai 100 milioni, secondo uno studio pubblicato questa settimana da due ex professori dell’Università del Texas a El Paso (UTEP) e dei loro colleghi del giornale on-line “Challenges”. “Ciò costituisce la prima stima quantitativa del numero di mondi nella nostra galassia che potrebbero ospitare la vita al di sopra del livello microbico, sulla base di dati oggettivi”, riferisce l’autore principale dello studio peer-reviewed, il Dr. Louis Irwin, professore emerito ed ex presidente di Scienze Biologiche presso la UTEP.

Irwin ed i suoi colleghi hanno esaminato il crescente elenco di oltre un migliaio di pianeti extrasolari conosciuti (pianeti in altri sistemi solari), utilizzando una formula che considera la densità planetaria, la temperatura, il substrato (liquido, solido o gassoso), la chimica, la distanza dalla sua stella centrale e l’età. Il team di Irwin ha calcolato un “indice di complessità biologica (BCI)”, che valuta i pianeti su una scala di 0-1,0 a seconda del numero e del grado di caratteristiche assunte e ritenute importanti per sostenere molteplici forme di vita multicellulare. Il calcolo BCI ha rivelato che l’1-2 per cento dei pianeti extrasolari ha mostrato un punteggio, secondo il BCI, superiore a Europa, una delle lune di Giove la quale si pensa abbia un oceano sotto la sua superficie che potrebbe ospitare forme di vita. Sulla base di una stima molto conservativa di 10 miliardi di stelle nella Via Lattea e ipotizzando una media di un pianeta per ogni stella, questo calcolo produce la cifra di 100 milioni. Potrebbe essere più di 10 volte superiore se consideriamo un numero maggiore di stelle nella nostra galassia. Irwin ha sottolineato che lo studio non indica che esiste la vita complessa su questa moltitudine di pianeti, ma solo che le condizioni planetarie ne favoriscono le condizioni affinchè possa esistere. Egli ha anche fatto notare che “vita complessa” non significa “vita intelligente” (anche se non lo esclude), o addirittura vita di animali, ma semplicemente che gli organismi più grandi e più complessi dei microbi potrebbero esistere in un certo numero di forme diverse, molto probabilmente attraverso la formazione di reti alimentari stabili come quelle trovate negli ecosistemi sulla Terra.

One Percent of All Exoplanets May Be Suitable for Complex Organisms – The number of planets on which complex life could exist in the Milky Way may be as high as 100 million, according to a study published this week by two former University of Texas at El Paso (UTEP) professors and their colleagues in the on-line journal, Challenges. “This constitutes the first quantitative estimate of the number of worlds in our galaxy that could harbor life above the microbial level, based on objective data,” according to the lead author of the peer-reviewed study, Dr. Louis Irwin, Professor Emeritus and former Chair of Biological Sciences at UTEP.

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Quando guardi le stelle… When you look at the stars…

Quando guardi le stelle... When you look at the stars...
Merope – Pleiades – Pleiadi – Image Credit & Copyright: Leonardo Orazi

“Non guardare le stelle come semplici punti luminosi.
Cerca di cogliere la vastità dell’Universo…”
Maria Mitchell

“Do not look at stars as bright spots only.
Try to take in the vastness of the Universe…”
Maria Mitchell

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Bagliori Stellari: Nuova Tecnica rivela Pianeti vicino a Stelle Brillanti – Starlight, starbright: New Imaging Technique reveal Planets near Bright Stars

Luce e Bagliore Stellare: Nuova Tecnica rivela Pianeti vicino a Stelle Brillanti - Starlight, starbright: New Imaging Technique reveal Planets near Bright Stars
Credit: Gemini Planet Observatory

Il Gemini Planet Imager (GPI) è stato costruito per un unico scopo: il rilevamento di pianeti extrasolari. In sette mesi dalla sua messa in linea, GPI sta rivelando un miglioramento nell’ordine di grandezza, tanto che si possono riscrivere le regole della caccia ai pianeti.

Scovare pianeti fuori dal nostro sistema solare somiglia all’inseguimento ad una rara specie attraverso la giungla. Ci sono una varietà di modi per capire che possa trovarsi in quella precisa posizione, la maggior parte dei quali sono indiretti come le cosiddette “foglie fruscianti”. Il sottobosco è calpestato. Appare l’ombra dell’animale per un attimo fuggente prima che svanisca di nuovo. La stessa cosa accade con i pianeti. Siamo in grado di rilevare il loro spostamento dalle stelle madri con sottili segnali tramite Doppler. Possiamo vedere la luce di quella stella come un ombra quando il pianeta passa di fronte ad essa . Ogni tanto capita che il disco di polvere di una giovane stella presenta una lacuna da cui si deduce la presenza di un pianeta formato o in via di formazione. Questi metodi di rilevamento ci hanno permesso di catalogare oltre 1700 pianeti extrasolari dal 1994. Naturalmente il risultato finale in osservazione è quello di vedere la specie o il pianeta con i nostri stessi occhi. Questo è ciò che il Gemini Planet Imager sa fare meglio : la rilevazione diretta dei pianeti extrasolari.

The Gemini Planet Imager (GPI) was built for one purpose: imaging extrasolar planets. In the seven months since it came online, GPI is proving to be an order-of-magnitude improvement-so much so that it may rewrite the rules of planet-hunting.

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Nebulosa Planetaria Abell 36 – Planetary Nebula Abell 36

Nebulosa Planetaria Abell 36 - Planetary Nebula Abell 36
Image Credit & Copyright: Adam Block, Mt. Lemmon SkyCenter, Univ. Arizona

Questo splendido sudario gassoso di una stella morente simile al sole, è la Nebulosa Planetaria Abell 36, che si trova a soli 800 anni luce di distanza nella costellazione della Vergine.

In questa visione telescopica la distanza si estende oltre 1,5 anni luce. Liberandosi dei suoi strati esterni, la stella centrale della nebulosa si contrae e diventa più calda, fino ad evolvere verso la fase finale come nana bianca. Infatti, in Abell 36, la stella centrale è stimata avere una temperatura superficiale di oltre 73.000 K, rispetto a quella attuale del Sole di 6000 K. Come risultato, la stella intensamente calda è molto più brillante attraverso la luce ultravioletta, rispetto al suo aspetto visibile di questa immagine. La luce ultravioletta invisibile ionizza gli atomi di idrogeno e ossigeno nella nebulosa, potenziando alla fine la bellezza del bagliore della luce visibile.

The gorgeous, gaseous shroud of a dying sunlike star, planetary nebula Abell 36 lies a mere 800 light-years away in the constellation of Virgo.

At that distance it spans over 1.5 light-years in this sharp telescopic view. Shrugging off its outer layers, the nebula’s central star is contracting and becoming hotter, evolving towards a final white dwarf phase. In fact, in Abell 36, the central star is estimated to have a surface temperature of over 73,000 K, compared to the Sun’s present 6,000 K temperature. As a result, the intensely hot star is much brighter in ultraviolet light, compared to its visual appearance here. The invisible ultraviolet light ionizes hydrogen and oxygen atoms in the nebula and ultimately powers the beautiful visible light glow.

Source/Continue reading → Apod.NASA.gov

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NASA: Siate preparati per il Contatto con Civiltà Extraterrestri – Be Prepared for Contact With an Extraterrestrial Civilization

NASA: Siate preparati per il Contatto con Civiltà Extraterrestri - Be Prepared for Contact With an Extraterrestrial Civilization


La NASA ha pubblicato un documento che tratta di archeologia, antropologia e contatto con civiltà extraterrestri: “Archaeology, Anthropology, and Interstellar Communication”.

Affrontando un campo che è stato dominato da astronomi, fisici, ingegneri ed informatici, gli autori di questo testo pongono delle domande che potrebbero essere state trascurate dagli scienziati, e che riguardano la facilità di stabilire una comunicazione significativa con un’intelligenza extraterrestre”, affermano dalla NASA.

“Questi studiosi sono alle prese con alcune delle enormi sfide che l’umanità si troverebbe davanti se un segnale ricco di informazioni proveniente da un altro mondo venisse rilevato”, fanno sapere i ricercatori. Archeologia contemporanea, antropologia e quesiti che riguardano la possibilità che queste civiltà possano già avere visitato la Terra in passato, tra i temi trattati in questo testo. “Possiamo essere molto più preparati per il contatto con una civiltà extraterrestre, semmai arriverà quel giorno”, sostiene l’autore Douglas A. Vakoch. La NASA mette a disposizione questo testo invitando a scaricare il documento scegliendo tra modalità diverse e completamente gratuite.
Vedi i link riportati in basso alla pagina.

Essere consapevoli delle problematiche che tutt’ora competono il nostro sapere, come capire e decodificare, per esempio, antichi manufatti, senza poter essere a conoscenza delle esatte circostanze in cui sono stati creati, ci mette nelle condizioni di capire quale difficoltà ci aspetta nel caso potessimo provare a comunicare con civiltà di altri mondi. Per la scienza moderna è facile analizzare tali antichi reperti e capirne l’origine, ma recuperare le reali intenzioni di chi ha creato quei manufatti resta difficoltoso. Queste le analisi conclusive di questo documento che ci pongono come al primo giorno di scuola e il riferimento alla possibilità che una civiltà extraterrestre abbia già visitato la Terra in passato appare diretta: può la scienza essersi fatta sfuggire dettagli importanti interpretandoli razionalmente, possiamo davvero avere capito quale fosse il reale messaggio che si cela in quegli antichi manufatti? La possibilità che una o più civiltà provenienti da mondi diversi dal nostro non appare quindi da scartare a priori. Come al primo giorno di scuola seguiamo allora i consigli della NASA, tiriamo fuori i libri e prepariamoci! Per chi avesse difficoltà con l’inglese può scaricare il documento in pdf e servirsi del traduttore di Google per convertire il testo in italiano.
DENEB Official ©

"Archaeology, Anthropology, and Interstellar Communication"

By Douglas A. Vakoch.

NASA releases free 300-page ebook about archaeology, anthropologyand communicating with extraterrestrials: “Archaeology, Anthropology, and Interstellar Communication”.

Addressing a field that has been dominated by astronomers, physicists, engineers, and computer scientists, the contributors to this collection raise questions that may have been overlooked by physical scientists about the ease of establishing meaningful communication with an extraterrestrial intelligence.

These scholars are grappling with some of the enormous challenges that will face humanity if an information-rich signal emanating from another world is detected. By drawing on issues at the core of contemporary archaeology and anthropology, we can be much better prepared for contact with an extraterrestrial civilization, should that day ever come.

  • Kindle readers: MOBI [2.8 MB]
  • All other eBook readers: EPUB [3.8 MB]
  • Fixed layout: PDF [1.7 MB]

Source/Continue reading → NASA.gov

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Sulle Colline di Arecibo l’Ascolto di Segnali Extraterrestri – Search for extraterrestrial intelligence gets hearing on Hill

Sulle Colline di Arecibo l'Ascolto di Segnali Extraterrestri - Search for extraterrestrial intelligence gets hearing on Hill
Arecibo Observatory – Arecibo, Puerto Rico

Dan Werthimer, che dirige il nuovo Centro di Ricerca SETI di Berkeley, ha riassunto gli sforzi attuali per la ricerca di intelligenze extraterrestri in un’audizione tenutasi mercoledì 21 Maggio alla Camera con i rappresentanti del ​​comitato “Scienza, Spazio e Tecnologia degli Stati Uniti.”

Su invito del presidente del comitato repubblicano Lamar Smith (R-Texas), Werthimer e l’astrobiologo Seth Shostak del SETI Institute di Mountain View, in California, hanno descritto i progetti in corso per trovare vita intelligente su altri pianeti e di come l’osservatorio spaziale Kepler della NASA stia contribuendo a questo sforzo. Essi hanno inoltre esaminato i progetti più recenti, come il sistema di intercettazione del SETI e gli strumenti più recenti, tra cui l’Allen Telescope Array in California settentrionale ora gestito dal SETI Institute. “Gli esperimenti del SETI stanno cercando di determinare se esiste altra vita intelligente nell’Universo, tecnologicamente capace”, ha detto Werthimer al comitato, “per rispondere alla domanda ‘Siamo soli?’ o ‘C’è qualcuno là fuori?'” Egli ha fatto notare che la missione Kepler ha mostrato che la Via Lattea ha circa un trilione di pianeti, tre volte il numero delle stelle. “Miliardi di questi pianeti sono delle dimensioni della Terra e posti nella zona “abitabile”, la cosiddetta zona ‘Goldilocks’, ovvero non troppo lontano dalla loro stella ospite dove sarebbe troppo freddo, e non troppo vicino alla loro stella dove si avrebbe al contrario troppo caldo. E ci sono miliardi di altre galassie al di fuori della nostra Via Lattea, un’infinità di posti dove la vita può emergere ed evolvere”, ha aggiunto. “Spero che l’audizione di oggi ci permetterà di saperne di più su come la ricerca in astrobiologia continua ad espandere questa affascinante frontiera”, ha detto Smith nel suo discorso di apertura. “Le aree sconosciute e inesplorate dello spazio accendono come scintille la curiosità umana. Gli americani e altri in tutto il mondo guardano le stelle e si chiedono se siamo soli o c’è vita su altri pianeti.”

Dan Werthimer, who directs Berkeley’s new SETI Research Center, summarized current efforts to search for extraterrestrial intelligence at a hearing today (Wednesday, May 21) of the U.S. House of Representatives’ Committee on Science, Space, and Technology.

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ESO – ALMA Telescope Array Time-Lapse

ESO - ALMA Telescope Array Time-Lapse

Video Credit: ESO, José Francisco Salgado, NRAO; Music: Flying Free (Jingle Punks)

Si tratta del progetto di astronomia a terra più costoso e complesso mai costruito. Cosa vedremo stasera? Il progetto Atacama Large Millimeter Array (ALMA) si compone di 66 antenne, molte delle dimensioni di una piccola casa, situato in alta quota nel deserto di Atacama nel Cile settentrionale.

ALMA osserva il cielo in luce radio ad alta frequenza, una banda di solito utilizzata solo per la comunicazione locale a causa di un notevole assorbimento di aria umida. L’atmosfera sottile e la bassa umidità sopra ALMA, tuttavia consentono di vedere in profondità nel nostro universo in modi nuovi e unici che permettono, per esempio, esplorazioni dell’universo primordiale alla ricerca delle sostanze chimiche coinvolte nella formazione stellare e l’osservazione di sistemi stellari locali per quanto riguarda i segni di dischi che formano i pianeti. Il video creato in modalità time-lapse qui sopra mostra l’attività delle quattro antenne ALMA in una notte. La Luna tramonta presto nel video, mentre tre piattaforme si orientano all’unisono. Nello sfondo le stelle ruotano continuamente verso l’alto, la fascia centrale della nostra Via Lattea segue a ruota alla fine uscendo a destra dello schermo, mentre a metà le piccole e grandi Nubi di Magellano, galassie satelliti vicine alla nostra Via Lattea, si alzano da sotto l’orizzonte. Fari di un’automobile illuminano momentaneamente le piattaforme , mentre un occasionale satellite della Terra posto in orbita, attraversa il panorama. Con l’arrivo della luce del giorno termina il video, ma non le osservazioni di Alma che solitamente proseguono per tutta la notte e tutto il giorno.

It is the most expensive and complex ground-based astronomy project ever – what will it see tonight? The Atacama Large Millimeter Array (ALMA) project consists of 66 dishes, many the size of a small house, situated in the high altitude Atacama Desert in Northern Chile.

Together, ALMA observes the skies in high-frequency radio light, a band usually used only for local communication due to considerable absorption by humid air. The thin atmosphere and low humidity above ALMA, however, enable it to see deep into our universe in new and unique ways that allow, for example, explorations of the early universe for chemicals involved in star formation, and observing local star systems for signs of disks that form planets. The above time-lapse video shows the course of four ALMA antennas over one night. The Moon sets early in the video, while three dishes repoint in unison. Background stars continually rotate up, the central band of our Milky Way Galaxy pivots around and eventually exits off to the right, while halfway through the Small and Large Magellanic Clouds – satellite galaxies near our Milky Way — rise up from below the horizon. Car headlights momentarily illuminate the dishes, while an occasional Earth-orbiting satellite crosses overhead. Daylight ends the video but not ALMA observations – which typically run both all night and all day.

Source/Continue reading → Apod.NASA.com

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Quante Terre ci sono nell’Universo? – How Many Earth-like Planets are in the Universe?

Quante Terre ci sono nell'Universo? - How Many Earth-like Planets are in the Universe?

Lo scorso Febbraio 2014 è stata annunciata la scoperta di 715 nuovi pianeti extrasolari, ovvero situati fuori dal nostro sistema solare. Se la cosa può per qualcuno suonare come “normale”, aspettiamo un attimo riflettendo sui numeri.

Questi 715 nuovi pianeti sono più del 40% di tutti quelli fino ad ora scoperti, da quando è iniziata questa ricerca, nel 1995. In altre parole, abbiamo appena realizzato che il nostro piccolo quartiere all’interno dell’Universo è almeno due volte più affollato. L’annuncio in questione è stato rilasciato con il termine della missione del Telescopio Spaziale Kepler. In questa infografica si può avere l’idea dell’incredibile lavoro del migliore cacciatore di pianeti della storia. Sappiamo da pochi giorni che la nuova missione Kepler 2 è stata approvata e che l’importante ricerca quindi continua.

In February 2014, the existence of 715 new planets outside our Solar System was announced. If that sounds like business as usual to you think again. Those 715 new planets are more than 40% of all the exoplanets we have discovered since we started looking for them back in 1995.

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I Delfini di Maui prossimi all’estinzione se non agiamo subito – Maui’s dolphin faces extinction unless action is taken now

I Delfini di Maui prossimi all'estinzione se non agiamo subito - Maui's dolphin faces extinction unless action is taken now
Credit: Silvia Scarli

Pianeta Terra – La più rara specie di delfino marino del mondo è prossima all’estinzione se non si interviene con urgenza per proteggerla: questo l’allarme del WWF.

Il WWF sta sollecitando il governo della Nuova Zelanda a seguire il consiglio di prestigiosi scienziati di tutto il mondo e garantire la sopravvivenza del Delfino di Maui dal pericolo imminente di estinzione, attraverso la piena tutela della costa in cui vive. “Siamo ormai scesi agli ultimi 55 delfini, così noi ci rivolgiamo ai nostri leader politici per far loro sapere che è il momento di agire per salvare questi preziosi animali, ” ha detto il direttore esecutivo della Nuova Zelanda Chris Howe. “Al ritmo in cui stiamo andando l’unico luogo per vedere questi splendidi animali per le generazioni future sarà nei musei. “I Delfini di Maui si trovano solo in Nuova Zelanda. Il tempo stringe per salvare la specie, la sopravvivenza dei delfini di Maui e la reputazione internazionale della Nuova Zelanda sono sulla stessa linea. “In questo momento il comitato scientifico della Commissione baleniera internazionale ( IWC ), sta valutando i documenti che dimostrano che le limitate protezioni annunciate lo scorso anno dal governo non sono abbastanza e non sono sufficienti per fermare l’estinzione del piccolo cetaceo”, ha detto Howe.

Hector's dolphin

Planet Earth: The world’s rarest marine dolphin faces imminent extinction unless urgent action is taken to protect them, says WWF.

WWF is urging the New Zealand government to heed the advice of the world’s leading scientists and ensure the survival of the critically endangered Maui’s dolphin through the full protection of the coastline they inhabit. “We are down to the last 55 dolphins, so we are calling on our political leaders to let them know it’s time to take action to save these precious animals,” said New Zealand Executive Director Chris Howe. “At the rate we are going the only place future generations will be able to see Maui’s is in museums.” Maui’s dolphins are only found in New Zealand. With time running out to save the species, both the survival of Maui’s dolphin and New Zealand’s international reputation are on the line. “Right now the International Whaling Commission (IWC) scientific committee is considering papers that show that the limited protections announced last year by government don’t do enough and will not stop Maui’s from going extinct,” said Howe.

Source/Continue reading → Phys.org

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