Dibattito Attività Solare: Una Tempesta Solare di estrema entità potrebbe causare diffuse interruzioni sulla Terra – Space Weather: Extreme Solar Storm Could Cause Widespread Disruptions on Earth

Attività Solare: Una Tempesta Solare di estrema entità potrebbe causare diffuse interruzioni sulla Terra - Space Weather: Extreme Solar Storm Could Cause Widespread Disruptions on Earth
Credit: SDO/AIA

Il tema dell’attività solare è senz’altro il più dibattuto in questo periodo, proprio per il ciclo solare che stiamo attraversando. Il progressivo aumento dell’attività della nostra stella, ricordo, è un evento normale, che si verifica ogni 11 anni. Tuttavia ci si sta rendendo conto che l’attuale società è fortemente dipendente dalla tecnologia e dall’energia per farla funzionare, così che, dovesse capitare una tempesta solare di grandi proporzioni, potremmo trovarci con grossi problemi a causa di un black out su vasta scala e prolungato. La ricerca scientifica, specie quella in ambito spaziale, serve per monitorare da vicino il comportamento della nostra stella ed avere dati sempre più precisi e affinati per quanto riguarda le previsioni in ambito della meteorologia spaziale e delle possibili ripercussioni sul nostro pianeta della stessa.

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Se una tempesta solare estrema, del massimo livello, dovesse colpire la Terra proprio nel modo giusto, potrebbe mettere le reti elettriche interconnesse di tutto il mondo a serio rischio, dicono gli esperti.

Oltre a creare belle aurore, le tempeste solari di maggiore entità, potrebbero mettere fuori uso una vasta gamma di collegamenti elettrici necessari per mantenere la vita e i servizi utili, negli Stati Uniti e in tutto il mondo, secondo quanto riportano i tecnici alla quarto summit “Electrical Infrastructure Security”. “Quello che una tempesta solare può fare, anche se può non causare un’interruzione su scala continentale, può davvero causare un blackout regionale”, ha dichiarato Daniel Baker, direttore del laboratorio di Fisica dell’Atmosfera e dello Spazio presso l’Università del Colorado. “Immaginate qualcosa di simile, per esempio, alla super tempesta Sandy. Immaginate che tipo di grave tempesta potrebbe essere, ma con interruzioni regionali per settimane, e con problemi che si propagherebbero a cascata in maniera notevole in tutta la nostra società. Con il raggiungere da parte del Sole del picco del suo ciclo di 11 anni, che cade quest’anno, gli scienziati si aspettano che le regioni attive della nostra stella, note come macchie solari, erutteranno scagliando flussi di particelle cariche, fuori nello spazio del sistema solare. Tempeste relativamente minori possono anche creare black out radiofonici temporanei e disturbare la navigazione GPS. Tuttavia, questo non significa necessariamente che tutte le eruzioni solari avranno un impatto sulla Terra. Le espulsioni di massa coronale (CME) per la maggior parte non sono dirette verso il nostro pianeta, ma sono proiettate in altre parti del sistema solare, senza provocare danni. Ma una volta ogni secolo o giù di lì, una tempesta solare estrema potrebbe interessare la Terra, ha detto Baker al portale SPACE.com. L’ultima tempesta solare documentata in questa categoria, è nota come l’evento Carrington. Particelle di una potente espulsione di massa coronale sovraccaricarono i fili del telegrafo, nel 1859. Questo tipo di tempeste solari sono notoriamente difficili da prevedere. Gli esperti capiscono le condizioni generali in cui si verificano le tempeste solari, ma è difficile prevedere quanto potrebbero essere potenti, ha detto Karel Schrijver, uno scienziato del settore presso il Lockheed Martin. “Una espulsione di massa coronale impiega 2-4 giorni per arrivare alla Terra, quindi se avessimo più risorse per l’osservazione e per mappare il suo movimento, in concomitanza con altre misurazioni della struttura relative a ciò che sta per colpirci, si possono avere diversi modi attraverso i quali possiamo certamente migliorare la previsione, “ha detto Schrijver a SPACE.com.


If an extreme solar storm aimed at the Earth hits in just the right way, it could put interconnected electrical grids around the world at serious risk, experts say.

In addition to creating beautiful auroras, extreme solar storms could knock out a wide range of electric utilities needed to keep life in the United States and around the world functioning normally, according to presenters here at the fourth annual Electrical Infrastructure Security Summit.”What [a solar storm] can do — even if it isn’t causing a continental-scale outage — it can really cause a regional blackout,” said Daniel Baker, the director of the laboratory for Atmospheric and Space Physics at the University of Colorado said. “Imagine something like, for example, Superstorm Sandy. Imagine that kind of severe storm — but causing regional outages for weeks. Living without power really cascades and propagates in remarkable ways throughout our society.” As the sun reaches the peak in its 11-year cycle this year, scientists expect that active regions of the star — known as sunspots — will erupt, flinging streams of charged particles out into the solar system. Relatively minor storms can also create temporary radio blackouts and disrupt GPS navigation. However, this doesn’t necessarily mean that all solar eruptions will impact the Earth. Most coronal mass ejections are not aimed toward the planet, and instead shoot out harmlessly into other parts of the solar system. But once every century or so, an extreme solar storm is expected to impact the Earth, Baker told SPACE.com. The last documented solar storm in this category is known as the Carrington event. Particles from a powerful coronal mass ejection overloaded telegraph wires, setting paper messages on fire in 1859. These kinds of storms from the sun are notoriously difficult to predict. Experts understand the general conditions under which solar storms occur, but it’s hard to forecast just how powerful the storm will be, said Karel Schrijver, a solar scientist and fellow at Lockheed Martin. “A [coronal mass ejection] takes two to four days to get to the Earth, so if we had more observational resources, to map its motion — and if we had some measurements of the structure of what’s going to hit you — there are ways by which we can certainly improve the forecast,” Schrijver told SPACE.com.

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