Jill Tarter: Vi spiego perchè non abbiamo ancora trovato gli alieni – SETI Scientist Explains Why We Haven’t Found Aliens Yet

Jill Tarter
Jill Tarter – Credit: SETI

Cari amici è ovvio pensare che ogni notizia o documento che decido di proporvi su questo blog sia in qualche modo in sintonia con il mio pensiero, qualche volta si tratta di notizie di “collegamento” e comunque oggettive, altre volte di veri e propri tasselli che ben si incastrano in questo puzzle. Ebbene, questa intervista a Jill Tarter è una tessera importante. Come avrete notato le notizie sulla ricerca di altra vita oltre la Terra sono pressochè quotidiane e non mancano di suscitare nuovi quesiti e forse di spazientire con un velato senso di esasperazione: “insomma, quando avremo la conferma, perchè non abbiamo ancora trovate le prove?” Ecco che allora le parole di Jill Tarter fanno un po’ di onesta chiarezza, specie in un momento in cui essere consapevoli dei propri limiti è già un passo enorme, quindi importante, verso la scoperta. 
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Il SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence) è un campo della scienza attivo da oltre 60 anni. Mentre gli strumenti e le strategie del SETI sono migliorati immensamente da allora, ci si trova a dover ancora trovare la prova definitiva della presenza di vita aliena intelligente nel nostro universo. Il sito TechCrunch ci propone un’intervista con il famoso astronomo Jill Tarter, per capire come la ricerca sia cambiata nel corso degli anni e il motivo per cui non abbiamo ancora trovato vita intelligente. Jill Tarter, che è stata d’ispirazione per il personaggio della Dr.ssa Ellie Arroway interpretata da Jodie Foster nella versione cinematografica di “Contact” di Carl Sagan, ha un dottorato di ricerca in astrofisica e ha dedicato la sua carriera al campo SETI.

Alla domanda su cosa l’abbia attirata verso il SETI, Jill Tarter ha detto: “Sono rimasta così colpita dall’idea che, dopo millenni di domande ai filosofi su cosa dovremmo credere sulla questione di vita là fuori, improvvisamente nel bel mezzo del 20° secolo abbiamo avuto degli strumenti, computer e radiotelescopi, che ci permettono di cercare di scoprire che cosa è, piuttosto che prendere per buono quello che qualcuno ci ha detto di credere. E ho pensato, ‘questo è favoloso!'”
Jill Tarter è stata inserita di recente nel “WeTransfer” di una classe creativa, che mette in evidenza i cosiddetti “influenzatori” creativi in vari campi.
Ciò che rende il SETI creativo è che gli scienziati devono decidere che cosa esattamente stanno cercando.

Come si fa a definire l’intelligenza?
“Non possiamo definire l’intelligenza e non siamo in grado di rilevarla a distanza. Quindi siamo bloccati utilizzando un proxy, ovvero un intermediario. E questo proxy per noi è sempre stata la tecnologia. Siamo alla ricerca di qualcosa che modifichi l’ambiente in modi che potremmo riconoscere nelle vaste distanze tra le stelle “.
Il SETI è in ascolto per quanto riguarda segnali di tecnologia con la ricerca di onde radio e segnali laser nell’universo che non avrebbero potuto essere creati da fonti naturali. Nel corso degli ultimi 60 anni, questa ricerca è diventata più efficace. Jill Tarter spiega che sistemi informatici avanzati e migliori telescopi hanno aiutato molto. Forse il più grande progresso, tuttavia, riguarda la consapevolezza che i pianeti dell’universo sono più comuni di quanto gli scienziati pensassero in passato. “Quando ero studente, c’erano 9 pianeti. Fine della storia. Ci siamo chiesti se ci fossero altri pianeti e ora lo sappiamo. Abbiamo scoperto che i pianeti sono molto comuni. ” Inoltre gli scienziati possono ora identificare quali di questi pianeti sono più simili alla Terra e dove ci può essere più probabilità di ospitare la vita, per come noi la conosciamo. Concentrando i loro sforzi su questi pianeti, gli scienziati del SETI potrebbero avere migliori possibilità di trovare segni di vita intelligente.

Perché non abbiamo ancora trovato la vita?
Nonostante la tecnologia avanzata di oggi e la conoscenza del nostro universo, dobbiamo ancora trovare altri esempi di vita intelligente nell’universo. Le persone spesso si chiedono, perché non abbiamo ancora trovato nulla?
Jill Tarter dice che ci sono due motivazioni di base per questo puzzle.

La prima cosa da considerare è che l’universo è vasto e noi non siamo ancora stati in grado di guardare ovunque. Con le nostre tecnologie attuali e il tempo che abbiamo dedicato al SETI, abbiamo cercato solo un’incredibilmente piccola porzione di universo alla ricerca di vita intelligente. Un esempio pratico: se si imposta lo spazio di ricerca pari alle dimensioni degli oceani della Terra, possiamo dire di avere esaminato un solo bicchiere d’acqua di quegli oceani alla ricerca di vita intelligente. Abbiamo guardato solo una piccolissima parte di una grande immagine.

Cosa dovremmo fare se gli alieni venissero sulla Terra?
Stephen Hawking ha notoriamente dichiarato che la visita di alieni può finire per essere simile a quella dell’arrivo di Cristoforo Colombo verso le Americhe. “Se gli alieni ci visitassero, il risultato sarebbe molto simile a come quando Colombo sbarcò in America, il che sappiamo non è stato un bene per i nativi americani.” dice Stephen Hawking. Ma Jill Tarter offre una prospettiva diversa. Sul tema dei potenziali rischi di una visita extraterrestre ha fatto riferimento alla ricerca fatta ad Harvard da un professore di psicologia, Steven Pinker.
Il lavoro di Pinker suggerisce che l’umanità diventa sempre più gentile e delicata come ci evolviamo. Egli ha osservato che “oggi può essere che si stia vivendo nell’epoca più quieta nell’esistenza della nostra specie.”
Con questo dato di base, Tarter osserva che forse una specie può avanzare fino al punto in cui la loro tecnologia sarà così avanzata solo se imparano come comportarsi in modo non aggressivo. Essi possono essere in grado di diventare una specie intelligente avanzata solo se si uniscono come entità globale e diventano amministratori di se stessi e del loro pianeta. “Ma nessuno può davvero saperlo”, dice Tarter. “Questa è tutta speculazione.”
Tuttavia, una cosa è certa: se gli alieni sono in grado di visitare il nostro pianeta, non saremmo noi ad avere il sopravvento. “Se si sono presentati a casa nostra, significa che hanno tecnologie che sono molto avanzate rispetto alla nostra”, ha detto Tarter. “E per questo, saranno loro ad essere quelli che stabiliscono le regole.”

The Search for Extraterrestrial Intelligence (SETI) is a field of science that’s been around for over 60 years. While SETI tools and strategies have improved immensely over that time, we have yet to find definitive evidence for intelligent alien life in our universe. TechCrunch spoke with famed astronomer Jill Tarter, to understand how the search has changed over the years and why we haven’t found intelligent life yet. Tarter, who was the inspiration for Dr. Ellie Arroway in Carl Sagan’s Contact, has a PhD in astrophysics and has dedicated her career to the SETI field.

Why Haven’t We Found Life Yet?
In spite of today’s advanced technology and knowledge of our universe, we’ve yet to find any other examples of intelligent life in the universe. People often wonder, why haven’t we found anything yet? Tarter says there are two pieces to this puzzle. The first part to consider is that the universe is vast and we haven’t been able to look everywhere yet. With our current technologies and the time we’ve dedicated to SETI, we’ve only searched an incredibly small portion of the universe for intelligent life. Tarter explained it this way: if you set the search space equal to the size of the Earth’s oceans, we’ve only examined one glass of water from those oceans for intelligent life. We’ve only looked at one small part of a very large picture. The second reason why we may not have found intelligent life yet is because we’re stuck with the physics and the technology that we have in the 21st century. “We may not have invented the right way to do this yet,” Tarter said. On the bright side, our technology is constantly improving and the search will continue to increase in efficiency. Tarter says that in the near future, SETI scientists will be able to search for intelligent life in pools and lakes worth of the universe.

What Should We Do If Aliens Came To Earth?
Stephen Hawking has famously said that a visit from aliens may end up being similar to Christopher Columbus’ arrival to the Americas. “If aliens visit us, the outcome would be much as when Columbus landed in America, which didn’t turn out well for the Native Americans.” – Stephen Hawking – Tarter offers a different perspective. On the topic of the potential risks of an extraterrestrial visit, she referred to research done by Harvard psychology professor, Steven Pinker. Pinker’s work suggests that humankind is getting kinder and gentler as we evolve. He has noted that “Today we may be living in the most peaceable era in our species’ existence.” With this in mind, Tarter notes that perhaps a species can only advance to the point where their technology is significantly advanced if they learn how to behave in a non-aggressive manner. They may only be able to become an advanced intelligent species if they come together as a global entity and are stewards of themselves and their planet. “But no one can really know,” Tarter says. “This is all speculation.”However, one thing is for sure: if aliens are able to visit our planet, we’re not going to have the upper hand. “If they showed up on our doorstep, that means they have technologies that are considerably advanced with respect to ours,” Tarter said. “And because of that, they’re going to be the ones that set the rules.”

Source/Continue reading → techcrunch.com

Sci-Fi Movies Are Wrong About Aliens, E.T. Hunter Jill Tarter Says – Jill Tarter, ex direttrice del SETI dichiara: sbagliato avere paura degli alieni

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