L’argomentazione di Dimitar Sasselov di Harvard sulla vita delle Super-Terre è avvincente – Sasselov’s argument in The Life of Super-Earths is compelling

L'argomentazione di Dimitar Sasselov di Harvard sulla vita delle Super-Terre è avvincente - Sasselov's argument in The Life of Super-Earths is compelling

La vita intelligente può essere nella sua fase iniziale nell’Universo osservabile. I suoi 200 miliardi di galassie mostrano un chiaro potenziale per continuare ad essere come le vediamo oggi per centinaia di miliardi di anni se non di più. Poichè i pianeti e la vita sono giovani nel nostro Universo, dice Dimitar Sasselov di Harvard, forse “la specie umana non è arrivata ​​in ritardo alla festa. Mettiamo che possiamo essere tra i primi fra quelli. “

Potremmo spiegare perché non vediamo alcuna evidenza rispetto a “loro” e potremmo intraprendere un lungo cammino per spiegare il famoso paradosso di Fermi che sostanzialmente si pone il quesito che se c’è vita intelligente e avanzata nell’Universo, allora dove sono tutti? Perché non abbiamo ancora trovato alcuna prova della loro esistenza? La storia dell’Universo secondo Sasselov è in nuovo studio, “La vita delle Super-Terre” si presenta così: generazioni di stelle hanno prodotto abbastanza ferro,  ossigeno, silicio e carbonio, e tutti gli altri elementi dall’idrogeno ed elio in origine, circa 13 miliardi di anni fa, per essere in grado di modellare la Terra su cui viviamo e tutti gli altri pianeti che la missione Kepler sta scoprendo oggi. La vita potrebbe essere relativamente comune e le forme di vita intelligente hanno bisogno di miliardi di anni per svilupparsi. Sulla Terra sono stati necessari 4.000 milioni di anni: ma non sappiamo se questa tempistica debba essere considerata come un tempo medio o breve. In ogni caso si tratta di un tempo profondo, lungo. La nostra Via Lattea, con tutte le sue stelle, ha un’età inferiore a 13.000 milioni di anni: le stelle che hanno accumulato abbastanza elementi pesanti da generare pianeti rocciosi sono anche più giovani. Allora arrivo a pensare che il paradosso di Fermi che pone il quesito sul mancato incontro con altre forme di vita intelligente, potrebbe riguardare ed essere solo una questione di tempo: noi potremmo essere la Generazione I».

Il futuro per la vita nell’Universo è ad un ottimo livello, continua Sasselov. Ci sono 200 miliardi di stelle nella Via Lattea e il 90 % sono abbastanza piccole e abbastanza vecchie per avere pianeti nelle loro orbite. Il 10% di queste stelle si sono formate con abbastanza elementi pesanti per avere pianeti simili alla Terra, secondo il 2 % della tesi, e 100 milioni di super-Terre e Terre, saranno in orbita nella zona abitabile della loro stella. L’argomento di Sasselov riguardante la vita delle Super-Terre è realmente avvincente.

“Bisognerebbe chiedersi, allora, se un altro pianeta là fuori nella Via Lattea ( e miliardi di galassie oltre ) fosse solo un miliardo di anni più vecchio della Terra, quanto più avanzata sarebbe quella civiltà e quanto potremmo essere in grado di riconoscere la loro tecnologia? Come disse Arthur C. Clarke famoso scrittore, qualsiasi tecnologia aliena avanzata potrebbe per noi essere indistinguibile dalla magia.”

Intelligent life may be in it’s “very young” stage in the observable Universe. Its 200 billion galaxies show a clear potential to continue on as we see them today for hundreds of billions of years, if not much longer. Because planets and life are so young in our Universe, says Harvard’s Dimitar Sasselov, perhaps “the human species are not late comers to the party. We may be among the early ones.

That may explain why we see no evidence of “them” and may go a long way to explaining the famous Fermi Paradox, which asks if there’s advanced intelligent life in the Universe, where are they? Why haven’t we discovered any evidence of their existence? The story of the Universe according to Sasselov in is new study, The Life of Super-Earths, looks like this: generations of stars made enough iron and oxygen, silicon and carbon, and all the other elements from the original hydrogen and helium about 13 billion years ago to be able to form the Earth we live on and the planets the Kepler Mission is discovering today. Enrico Fermi argued that given the old age of the Universe and given the large number of stars and planetary systems and the incredibly short timescale it took humans to develop technology that other origins of life and civilizations in the Milky Way could have had a significant head start and should be significantly more advanced than we are. Sasselov concludes that the statistical argument for Fermi’s Paradox “holds true only if the timescale for the emergence of life is much shorter than the age of the universe, but not so if the two are comparable.” The future for life in the Universe looks excellent, says Sasselov. There are 200 billion stars in the Milky Way and 90% are small enough and old enough to have planets in orbit. And only 10% of these stars were formed with enough heavy elements to have Earth-like planets with 2% of these –or 100 million super-Earths and Earths– will orbit within their star’s habitable zone. Sasselov’s argument in The Life of Super-Earths is compelling.

One has to wonder, however, that if another planet out there in the Milky Way (and billions of galaxies beyond) is only a billion years older than Earth, how much more advanced and detectable would their technology be? As Arthur C. Clarke famously wrote, any advanced alien technology would be indistinguishable from magic.

Source/Continue reading → www.dailygalaxy.com 

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