#Curiosity might prove we’ve already found life on Mars – La vita su Marte già scoperta nel 1976 da Viking

Mars from Earth – Credit: Jim Bell (Cornell) et al., Hubble Heritage Team (AURA/STScI/NASA)

Gilbert Levin: Curiosity might prove we’ve already found life on Mars

Gilbert Levin aims to appropriate the Mars Science Laboratory for his own ends. “Since NASA has disdained any interest in MSL looking for life, I’m taking over,” he says. “I claim it.” He is only half joking. If MSL’s rover Curiosity finds carbon-based molecules in the Martian soil, Levin – who led the “labelled release” experiment on NASA’s 1976 Viking mission – will demand that his refuted discovery of life on Mars is reinstated. Levin, a former sanitary engineer, will make this call next week at the annual SPIE convention on scientific applications of light sources in San Diego, California. He wants an independent reanalysis of the data. The experiment mixed Martian soil with a nutrient containing radioactive carbon. The idea was simple: if bacteria were present in the soil, and metabolised the nutrient, they would emit some of the digested molecules as carbon dioxide. The experiment did indeed find that carbon dioxide was released from the soil, and that it contained radioactive carbon atoms. Levin’s team went out and bought champagne. He even took a congratulatory phone call from Carl Sagan. However, the party was ruined by a sister experiment.

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Gilbert Levin: “La vita su Marte già scoperta nel 1976 da Viking”

A poche ore dal perfetto sbarco del rover Curiosity, il più grande laboratorio mobile mai costruito, sul suol marziano, il professor Gilbert Levin mira a riappropriarsi di ciò che probabilmente Curiosity riuscirà a fare, ovvero scoprire tracce di vita sul pianeta rosso.
Se il rover Curiosity MSL troverà molecole a base di carbonio nel suolo marziano, Levin, che ha guidato gli esperimenti della NASA nel 1976, con la missione Viking, chiederà che la sua scoperta di allora, ovvero, la presenza di tracce di vita su Marte, venga ufficialmente ripristinata. Levin chiederà pubblicamente che il suo lavoro venga rivisto, la prossima settimana, alla Convention annuale SPIE (convention on scientific applications of light sources) a San Diego, in California. L’esperimento di Levin consisteva nel mescolare al suolo marziano una sostanza contenente carbonio radioattivo. L’idea è semplice: se i batteri sono presenti nel terreno, e metabolizzano il nutriente, questi “digeriscono” e reagiscono con l’emissione di alcune molecole come l’anidride carbonica. L’esperimento ha infatti trovato che l’anidride carbonica è stata in effetti rilasciata dal suolo e che conteneva atomi di carbonio radioattivi. Davanti a tali eclatanti risultati la squadra di Levin non perse tempo a stappare lo champagne. All’epoca si congratulò telefonicamente con Levin anche Carl Sagan. Tuttavia, i risultati furono resi vani da un esperimento gemello. Il Viking Gascromatografo Mass Spectrometer (GCMS), alla ricerca di molecole a base di carbonio, non portò a casa nessun risultato. I dirigenti della NASA dissero che la vita non avrebbe potuto esistere senza queste molecole organiche, dichiarando discutibile il risultato di Levin. “I poteri forti della NASA hanno prevalso e concluso che la mancanza di queste molecole organiche annullavano di fatto la ricerca e i risultati di Levin già pubblicati”, dice Robert Hazen, uno scienziato geofisico presso la Carnegie Institution for Science di Washington DC.

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Detto fra noi, cari amici, io sono pienamente convinta che la fantastica Curiosity, (il rover è stata battezzata al femminile, vista la peculiarità) sarà in grado di trovare ciò per cui è stata costruita: trovare tracce di vita su Marte. Gli scienziati che lavorano alla missione hanno rilasciato dichiarazioni, durante una intervista, che lasciano intravedere molto più di una speranza: “Avremmo potuto certamente scegliere di esplorare altro, ma il Pianeta Rosso ha sempre esercitato una forte attrattiva per noi ricercatori… e per buoni motivi.” Quali saranno mai questi buoni motivi? Forse proprio risultati sorprendenti di precedenti missioni che necessitavano di tecnologia e macchinari più sofisticati? Chissà, ma una cosa è certa: Curiosity non mancherà di riservarci sorprese. Prepariamoci a tutto!

Deneb

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