Siamo Soli? Ora E’ Il Momento di Scoprirlo – Are We Alone? Now is The Time to Find Out

Siamo Soli? Ora E' Il Momento di Scoprirlo - Are We Alone? Now is The Time to Find Out

Cari amici questa è la domanda di tutti i tempi, da sempre l’essere umano si chiede se possa esserci altra vita nell’Universo, ma fino ad ora il quesito è rimasto senza una risposta definitiva. Gli scienziati ormai sono arrivati a capire che i numeri parlano chiaro e là fuori, da qualche parte, la vita non solo è possibile ma molto probabilmente è la regola. Grazie alle scoperte della sonda Kepler della Nasa ora sappiamo dell’esistenza di un numero spropositato di altri mondi, di una infinità di pianeti che orbitano intorno ad altre stelle e tra questi altri pianeti simili alla Terra posti in zona abitabile rispetto a stelle simili al Sole. Carl Sagan, ma prima di lui anche Giordano Bruno e molti altri, era convinto che ogni stella poteva essere un Sole per qualcuno e mai come ora questa consapevolezza è resa forte da una conoscenza acquisita tramite numeri e dati scientifici e dalla volontà di dare finalmente una risposta alla domanda: “siamo soli?”. Questo è l’intento dell’imprenditore e filantropo russo Yuri Milner che tramite una iniziativa senza precedenti ha stanziato una somma di denaro davvero importante e coinvolto scienziati di primo livello di tutto il mondo per accelerare la ricerca. Dopo l’annuncio del progetto, avvenuto a Londra con la presenza del prof. Stephen Hawking, di Frank Drake e di altri scienziati di rilievo, Milner ha iniziato una campagna informativa ben mirata alla preparazione globale nei confronti di una scoperta fortemente attesa. E non lo ha fatto da solo, ma con la sottoscrizione di importanti nomi del mondo accademico e scientifico. Queste le sue parole con le quali, inutile dirlo, mi trovo assolutamente d’accordo.
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Chi siamo noi?
Una civiltà matura, così come un individuo maturo, deve porsi questa domanda. L’umanità è forse caratterizzata solo dalle sue divisioni, dai suoi problemi, dalle sue esigenze e tendenze di passaggio? O abbiamo anche un volto comune, rivolto verso l’esterno dell’Universo?

Nel 1990, la sonda Voyager 1 immortalò il ‘Pale Blue Dot’, ovvero l’immagine della Terra vista da da 6.000 milioni chilometri di distanza. E ‘stato come vedere il nostro pianeta allo specchio, una casa fatta di acqua, ricca di vita e di menti. Dovremmo sempre ricordarci che condividiamo qualcosa di prezioso e raro.
Ma quanto raro esattamente? L’unica vita? Le uniche menti?
Durante gli ultimi cinquant’anni piccoli gruppi di scienziati hanno cercato di ascoltare valorosamente nel vasto silenzio eventuali segni di vita. Ma per il governo, il mondo accademico e l’industria, le domande di interesse cosmico sono astronomicamente in fondo alla lista delle priorità. E ciò allunga le probabilità di trovare risposte. E ‘abbastanza difficile scrutare l’Universo dal bordo della Via Lattea; ma è ancora più difficile dal bordo della coscienza pubblica.
Eppure milioni di persone si ispirano a queste idee, sia che si tratti di scienza o di fantascienza. Questo perché sono in gioco le domande più grandi della nostra esistenza. Siamo gli unici figli dell’Universo, i nostri pensieri sono i suoi unici pensieri? O dobbiamo pensare anche alla possibilità dell’esistenza di fratelli cosmici, ad una famiglia interstellare di intelligenze? Come ha detto Arthur C. Clarke, “In entrambi i casi l’idea è abbastanza sconcertante.” Ciò significa che la ricerca di vita è il massimo sforzo vincente. Tutto ciò che dobbiamo fare è prenderne parte.

Oggi abbiamo strumenti di ricerca di gran lunga superiori rispetto a quelli delle generazioni precedenti. I telescopi possono concentrarsi su pianeti lontani migliaia di anni luce. La magia della legge di Moore lascia ai nostri computer il compito di vagliare ordini in dati di grandezza più velocemente dei dispositivi più vecchi e con il passare del tempo, di anno in anno, sempre con maggiore velocità. Questi strumenti stanno ora raccogliendo una infinità di scoperte. Negli ultimi anni gli astronomi e la Missione Kepler hanno scoperto migliaia di pianeti oltre il nostro sistema solare. Ora sembra che la maggior parte delle stelle ospiti un sistema planetario. Molti di loro hanno un pianeta di dimensioni simili al nostro, posti nella cosiddetta “zona abitabile” in cui la temperatura permette la presenza di acqua allo stato liquido. Ci sono probabilmente miliardi di mondi simili alla Terra nella nostra galassia. E con gli strumenti ora o presto disponibili, abbiamo la possibilità di scoprire se alcuni di questi pianeti siano dei veri “Pale Blue Dots” – sedi di acqua, di vita, ma anche di menti. Non c’è mai stato un momento migliore per un sforzo internazionale su vasta scala per trovare la vita nell’Universo. Come civiltà, dobbiamo a noi stessi lo sforzo di impegnare tempo, risorse, e la passione per questa ricerca. Ma così come un invito all’azione, questo è un appello al pensiero. Quando troveremo la più vicina eso-Terra, dovremmo inviare una sonda? Dovremo provare a entrare in contatto con civiltà avanzate? Chi decide? Gli individui, le istituzioni, le aziende, o gli stati? O possiamo come specie, come intero pianeta, pensare insieme?
Tre anni fa, Voyager 1 ha lasciato il nostro sistema solare per entrare nello spazio interstellare. Il 20° secolo sarà ricordato per i nostri viaggi all’interno del sistema solare. Con la collaborazione e l’impegno il nostro secolo sarà il momento in cui effettueremo il passaggio alla scala galattica, cercando altre forme di vita, per poi così conoscere più profondamente chi siamo.

Questa lettera aperta è stata firmata da Yuri Milner
Fondatore del Premio Breakthrough Prize,Fondatore DST Global

Who are we?
A mature civilization, like a mature individual, must ask itself this question. Is humanity defined by its divisions, its problems, its passing needs and trends? Or do we have a shared face, turned outward to the Universe?

In 1990, Voyager 1 swiveled its camera and captured the ‘Pale Blue Dot’ – an image of Earth from six billion kilometers away. It was a mirror held up to our planet – home of water, life, and minds. A reminder that we share something precious and rare.
But how rare, exactly? The only life? The only minds?
For the last half-century, small groups of scientists have listened valiantly for signs of life in the vast silence. But for government, academia, and industry, cosmic questions are astronomically far down the list of priorities. And that lengthens the odds of finding answers. It is hard enough to comb the Universe from the edge of the Milky Way; harder still from the edge of the public consciousness.
Yet millions are inspired by these ideas, whether they meet them in science or science fiction. Because the biggest questions of our existence are at stake. Are we the Universe’s only child – our thoughts its only thoughts? Or do we have cosmic siblings – an interstellar family of intelligence? As Pale  said, “In either case the idea is quite staggering.”
That means the search for life is the ultimate ‘win-win’ endeavor. All we have to do is take part.
Today we have search tools far surpassing those of previous generations. Telescopes can pick out planets across thousands of light years. The magic of Moore’s law lets our computers sift data orders of magnitude faster than older mainframes – and ever quicker each year.
These tools are now reaping a harvest of discoveries. In the last few years, astronomers and the Kepler Mission have discovered thousands of planets beyond our solar system. It now appears that most stars host a planetary system. Many of them have a planet similar in size to our own, basking in the ‘habitable zone’ where the temperature permits liquid water. There are likely billions of earth-like worlds in our galaxy alone. And with instruments now or soon available, we have a chance of finding out if any of these planets are true Pale Blue Dots – home to water, life, even minds.
There has never been a better moment for a large-scale international effort to find life in the Universe. As a civilization, we owe it to ourselves to commit time, resources, and passion to this quest.
But as well as a call to action, this is a call to thought. When we find the nearest exo-Earth, should we send a probe? Do we try to make contact with advanced civilizations? Who decides? Individuals, institutions, corporations, or states? Or can we as species – as a planet – think together?
Three years ago, Voyager 1 broke the sun’s embrace and entered interstellar space. The 20th century will be remembered for our travels within the solar system. With cooperation and commitment, the present century will be the time when we graduate to the galactic scale, seek other forms of life, and so know more deeply who we are.
This open letter was signed by:
Yuri Milner
Founder Breakthrough Prize, Founder DST Global

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